Blonde: la recensione di Jole de Castro
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Blonde: la recensione di Jole de Castro

Blonde: la recensione di Jole de Castro

Un film che definire “osceno” è dir poco. Destrutturazione di un mito, deflagrazione di un’anima dolente, atmosfere horror, citazioni Lynchiane…macchè! Non c’è niente di niente. Pornografia allo stato puro. Ma davvero si può accettare che la Dea dell’amore, la più grande diva di tutti i tempi venga rappresentata come una banale troia compulsiva (neanche tanto esperta) o che il Presidente degli Stati uniti d’America più amato della storia venga dipinto come un rozzo maniaco sessuale privo di savoir faire? Ma per carità. Americani, ribellatevi! Il film non avrebbe dovuto mai uscire da nessuna parte! Avrebbe dovuto essere non solo vietato ai minori ma bloccato, ostracizzato in tutti i modi possibili. E hai voglia a dire che non si tratta di un biopic ma di una storia romanzata. Quando ci si accosta al mito occorre avere un minimo di rispetto e di decenza oltre che di onestà intellettuale. Siamo sicuri che Marilyn alias Norma Jeane abbia mai abortito volontariamente? Siamo sicuri che la sua morte sia stata accidentale? (esistono teorie accreditate che sostengono strenuamente che sia stata fatta fuori solo per fare uno sgarbo ai Kennedy, per i quali contava non poco, in barba ad una rappresentazione che la vede protagonista di una squallida e goffa fellatio, ormai entrata nella storia, degna di una prostituta di quint’ordine, contattata al bisogno).
Si accusa la pellicola di non aver approfondito a sufficienza il lato umano o la psiche di Norma Jeane Baker ma…perchè, invece, Marilyn è stata ritratta fedelmente? Ma…scherziamo? Dov’è la bomba sexy? Il sublime potere della sua sensualità, l’essenza più profonda della sua femminilità, nel film dove sono? Davvero la Monroe era solo un paio di tette rubate da una foto in bianco e nero? Poveri noi. Il mito si sta rivoltando nella tomba.

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