Borg McEnroe, un punto alla volta
Due uomini a confronto. Due opposti più simili di quanto nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Nel 1980 sull’erba di Wimbledon si disputò una finale che fece la storia del tennis, in campo lo svedese Bjorn Borg e l’americano John McEnroe. Concentrazione estrema e granitica tenacia, le caratteristiche del già affermato scandinavo. Istinto diabolico e imprevedibile granatiere di volo, le armi del mancino a stelle e strisce.
Vincitore del Premio BNL del pubblico al miglior film della Festa del Cinema di Roma, il 9 novembre è uscito sul grande schermo Borg McEnroe (2017, di Janus Metz). Presente e passato si scontrano. I due campioni avanzano nel tabellone del torneo. Due rette parallele pronte per la loro prima epocale collisione. Bjorn il freddo si prepara attraverso un rigidissimo sistema di allenamenti e manie, John il caldo si sfoga contro gli avversari e uscendo (anche) a bere la sera coi colleghi. Il sacro e il profano si sfidano sull’erba di Wimbledon. Dopo quella partita il tennis scopri un nuovo livello. Bjorn e John non saranno più gli stessi. Rivali nella sola perfezione, ognuno col proprio stile. Borg e McEnroe sono due facce di una sfera dal peso specifico incalcolabile poiché mutevole dopo ogni punto (alla volta). A distanza di pochissime settimane dall’altro tennistico “La battaglia dei sessi”, è ora il turno di Borg McEnroe. Primi piani a parte, il film è oltre modo incentrato sul cinque volte campione di Wimbledon. Il regista danese infatti offre un ritratto complesso e variegato di Borg, dai primi colpi contro il muro di casa in giardino alla precoce conquista della gloria appena quindicenne, fino alla difficile convivenza col successo e i tormentati rapporti con il mentore-coach Lennar Bergelin (Stellan Skarsgard). Per Mac invece solo scenate e qualche minima incursione nel passato. John è sempre arrabbiato sul campo e l’analisi del regista si ferma a qualche scontata parola in conferenza stampa. Borg McEnrore (2017), una storia combattuta e raccontata da guardare e ristudiare. Un monito alla vita dove si esplode, si crolla e si risorge. Alla fine però c’è solo posto per gli applausi a entrambi. Nello sport un vincitore ci deve essere sempre, nella vita possiamo esserlo tutti. Ogni giorno.