I detrattori useranno la solita vecchia formula: «Un film cucito su misura di Oscar», tradotto in bella fotografia, tanto sentimentalismo popolare e calcolatissima pulizia formale. E credeteci quando vi diciamo che non sono dei difetti, per noi che dal cinema continuiamo a cercare le grandi emozioni struggenti, e quale sentimento più struggente se non l’amore? Brooklyn sarà pure un dramma sull’immigrazione, ma è anche e soprattutto un racconto di formazione che passa dal romance: è l’amore a tracciare l’esistenza, a dare un senso di appartenenza, unica possibile bussola quando non si sa più in che direzione andare, in quale posto rimanere.
John Crowley, già regista dell’acclamato Boy A, realizza un’opera trasparente e cristallina, quasi un classico istantaneo uscito da altri tempi e luoghi. A prevalere è l’enfasi su attimi e dettagli, una porta che si apre sul nuovo mondo o un ralenti per sottolineare la gioia di un momento che vorremmo immortalare per sempre: espedienti tanto elementari quanto funzionali, perennemente in bilico tra dolcezza e pathos. Ma tutta questa confezione non assumerebbe valore se non avesse un’anima trainante, e uno dei miracoli del film è proprio la protagonista Saoirse Ronan. Che fosse brava l’avevamo già capito da Espiazone, Byzantium e Hannah, ma è qui che vediamo veramente la sua potenzialità come interprete: Crowley lo sa bene, e insiste coi primi piani su di lei, illuminanti di rara bellezza ed evocazione fotogenica sia quando accenna a un lieve sorriso che quando scoppia incontrollatamente a piangere. E ha solo 21 anni, mentre la sua Eilis pare averne molti di più.
La sceneggiatura di Nick Hornby fa il resto con alcune dichiarazioni killer dritte nel cuore (e dall’autore di Alta fedeltà non ci saremmo aspettati di meno), mentre l’arrivo in scena di Domhnall Gleeson è l’ultima malinconica ciliegina sulla torta: Brooklyn fa anche un po’ male al cuore, perché oltre a parlare del possibile futuro che scegliamo, ci ricorda anche tutti quegli altri amori che potevano essere ma che non saranno mai più, sfuggiti per tempistiche sbagliate o una semplice decisione impulsiva, sfiorati ma eclissati da un silenzioso addio, un abbraccio mai dato. Il sole sta scendendo sulla città, ma è solo un po’ di giovinezza che se ne va.
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Mi piace: Il dolce romanticismo che passa dalle espressioni di Saoirse Ronan, fragile ma intensa
Non mi piace: La risoluzione un po’ affrettata del finale
Consigliato a chi: Si scioglie ancora con emozione davanti alle dichiarazioni d’amore old school
Voto: 4/5
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