Le attese erano molte ma come sempre i fratelli Russo non riescono a deluderci.
Civil War è un film ben fatto sotto ogni punto di vista. Partiamo dal più richiesto per i Cinecomic: la regia. Assistiamo a molte delle classiche scene di duelli e incidenti ma tutte costruite senza ripetitività né esagerazione. Le due ore e mezza di pellicola scorrono senza che ce ne accorgiamo tanta è la bravura con cui il ritmo è stato modellato e scandito. Non ci si annoia e non ci si distrae. La trama che si pensava potesse essere scontata si rivela interessante, grazie soprattutto alle rivelazioni finali (per rispetto, non specificherò. Ma correte a vederlo!)
Un altro punto a favore di questo film è la sceneggiatura: oltre a battute e a cadenze comiche non stantie (cosa cui temevamo di doverci abituare nell’Universo Marvel) assistiamo a dialoghi stimolanti e interessanti. I personaggi si pongono domande realistiche e amletiche: quanto in là è giusto che una singola persona, con i suoi personali poteri e desideri, si spinga?
Ciò che colpisce (e stupisce) forse più di tutto è infatti la cura della psicologia degli Avengers e soprattutto dei loro reciproci rapporti umani: vediamo ognuno di loro davanti alla dura scelta fra Captain America e Iron Man. Non è così semplice scegliere: non si tratta solo di consentire o meno al governo il controllo delle loro operazioni, c’è molto di più. Devono scegliere fra due amici, due compagni. Dietro al loro contrasto stanno motivi umani quanto ideologici ma la linea di divisione non è così netta. Cap e Tony per primi a un certo punto sembrano dubitare che la loro sia la parte giusta, dubitano che sia giusto ciò in cui credono e cui sono devoti. Ma in una cosa alla fin fine non dubitano: l’amicizia. Che sia l’amicizia di Steve con Bucky o con Tony. Ovunque siano e qualunque siano i conflitti fra di loro, ci saranno sempre l’un per l’altro, a qualsiasi costo e rischio.