Captain America forse è il film della Marvel che non nasce per rappresentare cinematograficamente l’eroe, ma per andare a completare la cerchia dei Vendicatori. Si avvertono carenze in quelli che dovrebbero essere i suoi punti forti.
Ma cominciamo dall’inizio.
Steve Rogers è un ragazzo affetto d’asma, gracile e basso che nonostante il suo fisico vorrebbe arruolarsi per combattere anch’egli la follia nazista in Europa.
Lo nota il dottor Erskin, che lo fa entrar parte ad un programma per creare il “super soldato americano”.
E ci riesce.
Intorno a questo ruotano le sue avventure, da simbolo di marketing prima, a Capitano tra le file nemiche poi.
La prima ora di film va forte. E’ davvero bella, pensando ad un cinecomic; assomiglia un po’ ad Iron Man.
Ci vengono raccontate le origini di Steve Rogers, dell’uomo prima del Super Uomo, fino alla sua rinascita.
Poi entra in gioco l’azione, ma(seppur spettacolare) entusiasma fino ad un certo punto.
E’ trattato molto velocemente, proprio come se ci fosse solo la necessità di rappresentarlo, per I Vendicatori appunto, ma non vero entusiasmo nel portare al cinema il supereroe americano per antonomasia.
La nemesi assoluta di Cap, Teschio Rosso, interpretato da un così bravo caratterista come Hugo Weaving, rimane sullo sfondo(con il Cubo Cosmico, altro elemento che avevano necessità di spiegare), non viene approfondito e non va ad essere il personaggio complementare di Capitan America.
Ed anche a lui non viene resa completamente giustizia: Chris Evans è bravissimo, ma la componente comica(che strizza l’occhio ai precedenti Iron Man) sdrammatizza un po’ quello scenario che invece doveva rendere tutto più suggestivo e drammatico, e non permette di risaltare le doti di leader di Capitan America, che dovrà guidare nientemeno che I Vendicatori.
E sì, alla fine ci si rende conto che Cap è un personaggio a suo modo “tragico”, risvegliatosi in un futuro nel quale tutti i suoi amici e conoscenti non esistono più, però la “parte comica” che precede quel momento non lo rende abbastanza d’impatto emotivo.
Il tutto condito con la buona retorica americana e la fantastica ironia di Tommy Lee Jones unita alla bellezza di Hayley Atwell.
Complessivamente il film risulta comunque ottimo, capace di intrattenere e anche abbastanza fedele all’originale del fumetto, ma con qualche pecca che è difficile da non notare.
8/10