Sono pienamente d’accordo con quanto scritto da Paolo Sinolpoli sul suo blog per quanto concerne il fatto che si poteva fare di più e, per lo stile di alcune sequenze, di più e meglio; come detto, giustamente, la prima parte è sicuramente la più valida, introduce la figura dell’ uomo che diventerà eroe permettendoci, nei dettagli, di conoscere nel profondo il gracile ma motivatissimo Steve Rogers; le battute iniziali si aprono nei giorni nostri con la spedizione dello Shield volta a recuperare il supersoldato, ma non ci viene mostrato come avvenga il ritrovamento ed in quale stato di conservazione si trovi Rogers (a differenza di quanto mostrato negli albi marvel, tralasciando la parentesi di Namor il sub mariner che frantuma il ghiaccio) e di come, precipitosamente e pretestuosamente, il teschio rosso entri in possesso del cubo cosmico (chiaramente si pensa già ai Vendicatori); del resto, tuttavia, se il titolo è Captain America – il primo vendicatore sarebbe illogico pensare che questo film non sia il principale ponte di collegamento tra i due film, altrimenti non l’avrebbero titolato in tal senso…
Sono inoltre d’accordo quando si afferma che sicuramente fare del potentissimo artefatto una mera fonte di energia da incanalare e sfruttare come munizioni per armi all’avanguardia probabilmente non è stato il massimo (e chi conserva nella memoria le storie in cui il cubo era nelle mani di Kang il conquistatore, Thanos o lo stesso teschio rosso sicuramente concorderà sul fatto che si sarebbe potuto gestire meglio la cosa);
non superflua ma troppo lunga la sequenza in cui Rogers, divenuto supersoldato, viene messo da parte come militare per esser sfruttato come immagine di propaganda, troppo corte, invece, le sequenze in cui, in rapida successione, il capitano ed il manipolo di fidi compagni d’armi sbaragliano l’hydra e ne distruggono le basi; troppo, troppo breve (e poco intenso) lo scontro finale tra cap ed il teschio che, onestamente, avrebbe potuto anzi dovuto essere ambientato nel presente (un combattimento più “energico” per le strade di New York sicuramente sarebbe stato un ricordo migliore);
va detto, a difesa di regista e sceneggiatori, che, sicuramente non è facile adattare nel 2011 uno dei più significativi eroi di guerra dell’ immaginario americano, riuscendo a rendere storia e personaggi attuali e plausibili quando, a distanza di mezzo secolo, la sua origine cartacea è rimasta invariata e vincolata al medesimo contesto;
non sono invece d’accordo quando, per l’ennesima volta, si tira in ballo Nolan dicendo che bisognerebbe seguire di più il suo esempio su come fare i film di quel tipo, ma sicuramente è un parere più che personale visto che, indubbiamente, la caratura e la profondità degli eroi marvel è nettamente differente rispetto a quella degli eroi dc, però pensare che il Captain America di Johnston sarebbe potuto esser più come il Batman di Nolan mi sembra un’assurdità, visti non solo il differente contesto in cui nascono i due eroi ma, sopratutto, viste le problematiche completamente diverse che i due affrontano.