Captain America: The Winter Soldier: la recensione di ale5b
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Captain America: The Winter Soldier: la recensione di ale5b

Captain America: The Winter Soldier: la recensione di ale5b

La strada verso il ritorno dei Vendicatori è ancora lunga. Per fortuna ci vengono serviti appetitosi stuzzichini che ingannano l’attesa. Dopo Iron Man e Thor, tocca a Capitan America saziare la nostra fame di supereroi. Il filone della miniera d’oro è inesauribile e i fratelli Anthony e Joe Russo ci spiegano perché.
Sorpresa delle sorprese, il ritorno di Steve Rogers non è stereotipato o banale. Il doppio lavoro alla regia paga alla grande riuscendo a ridare un alito di freschezza quando forse era lecito aspettarsi un pò di odore di chiuso. Brava Marvel nel continuare a pescare dal mazzo nomi poco conosciuti ma dalla grande voglia di emergere. Non sempre, finalmente, l’eroe tiene banco con la sola presenza.
Scelte azzardate ma bene rischiare. Se Rogers, tra gli Avengers, è forse quello più sottovalutato al di là dell’oceano antipatriottistico, la decisione di affidargli una spalla d’eccezione quale la divina Scarlett Johansson passa per un’intelligente scelta tecnica a discapito di una possibile mancanza di fiducia. La Vedova Nera si ricuce un grande spazio di manovra e proprio assieme a Captain America è la pura luce di un avvio di pellicola frenetico e spettacolare con un paio di scene d’azione da restare veramente a bocca aperta. Pugni, bulli e pollastre insomma? Macchè! “The Winter Soldier” si presenta in pompa magna ma appena prima di poter dire di trovarci di fronte alla solita minestra, il taglio stilistico cambia gradualmente, scivolando senza farcene accorgere in qualcosa di più sofisticato e attraente. L’attenzione dedicata alla trama è evidente, il risultato riesce a riportare il soggetto al di fuori della saga, ridonandogli la giusta indipendenza pur sempre collocandolo nello storyline Marvel.
Nessuna rivoluzione. Gli ingredienti basilari del mix vincente restano tutti: umorismo, citazioni, action. A far pendere la bilancia dalla parte giusta subentra una componente conspiratoria, un intercapedine di spionaggio da prendere sottobraccio persino il genere thriller. Il film mette tanta carne al fuoco, non solo il Winter Soldier del titolo, ma addirittura incrina la spina dorsale dello SHIELD fomentando uno scenario esplosivo.
Se è buona norma mettere tutto “all in” in questo universo sci-fi, la turbolenza scatenata dall’evolversi degli eventi trae un beneficio visivo e emotivo al quale lo spettatore non riuscirà a sottrarsi. La partita si gioca su più fronti e non potrebbe non essere cosi quando si ha a che fare con il solito cast stellare e la possibilità di attingere a piene mani dalla fucina Marvel. Cucinati bene assieme, questi ingredienti partoriscono un film sopra le righe, intrigante e accattivante. Lasciando stare le meraviglie tecniche digitali in fatto di scenografie, effetti e costumi, il punto di forza resta la stesura intelligente e mai banale, senza binari morti o esagerazioni inutili.
E Rogers? Resta sempre il condottiero principale e la sua personalità emerge più che mai, pur venendo messa più volte in discussione dal suo passato. Tra vecchi nemici e lo status di Eroe da mantenere, il suo tratto psicologico verrà trattato con maggiore enfasi rispetto al passato. Tra la possenza fisica di Chris Evans e la sinuosità elegante della Johansson, l’alchimia è servita in modo succulento. Aggiungiamo il solito Samuel Jackson e i vari Sebastian Stan e Anthony Mackie nel ruolo di Falcon, e il tappeto è steso. Immancabile ovviamente il cameo di Stan Lee.
Inaspettato, dunque. Per una corazzata che si adagiava sugli allori, “The Winter Soldier” soffia via quel leggerissimo strato di polvere che in molti avevano cominciato a vedere. Tra scene d’azione e spionaggio, tra Scarlet Johansson e Robert Redford, scopriamo perchè gli eroi sbancano (ancora una volta) i botteghini.

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