Prendete una protagonista femminile un po’ bizzarra, una regia dai toni fumettistici, delle trovate di sceneggiatura ironiche e poetiche (una donna riceve delle lettere che si era scritta quando ancora era bambina), un’ambientazione in una grande città francese, e avrete… Il favoloso mondo di Amelie? No, Carissima me: una commedia firmata dal regista Yann Samuell (My Sassy Girl e Amami se hai coraggio) che, pur strizzando l’occhio alla famosa pellicola di Jean-Pierre Jeunet, non riesce tuttavia a rinnovarne la freschezza né tanto meno la carica innovativa. Questo perché, innanzitutto, il personaggio di Margaret (Sophie Marceau) non ha le stesse sfaccettature e lo stesso fascino di Amelie Poulain: tanto è stereotipata la prima nelle vesti di una frenetica donna in carriera, tanto è stata originale la seconda nei panni di una ragazza naïf, smarrita e sognatrice. E poi, mentre gli inserti surreali in Amelie servivano ad alimentare il mondo favoloso in cui si aggirava la protagonista, le trovate di Carissima me rimangono episodi sterili e isolati, momenti estemporanei di un film che procede per cliché e contrapposizioni manichee: l’opposizione tra la vita stressata della grande città (dove Margherite vive) e il tranquillo paesino di provincia (dove Margerite è nata), tra la bambina sensibile (che è stata) e la spregiudicata donna manager (che è diventata), tra il mondo sognante dell’infanzia e la disillusione degli adulti. Risultato: un film che vede il mondo o bianco o nero, e in cui anche l’evoluzione della protagonista procede per estremi passando dai vestiti succinti della donna in carriera a quelli comodi dell’attivista umanitaria in Africa. Un cambiamento tanto radicale quanto poco credibile, per il quale neanche l’interpretazione di una brava Sophie Marceau riesce a far molto.
Tra le idee da salvare, la mania della protagonista di ritagliare foto di donne famose, accumularle nel cassetto dell’ufficio e consultarle di volta in volta – oggi Maria Callas, ieri Coco Chanel, domani Meryl Streep – per trarre ispirazione su come affrontare i problemi della vita quotidiana.
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Mi piace
La simpatica mania della protagonista di collezionare foto di donne famose e prendere ispirazione da esse per affrontare i problemi della vita quotidiana.
Non mi piace
La sceneggiatura che procede per stereotipi e contrapposizioni manichee e banali.
Consigliato a chi
Vorrebbe tornare bambino e rivivere attraverso un film le magiche atmosfere dell’infanzia.
Voto: 2/5
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