Prendi 4 attori, mettili in una casa (in un salotto per la precisione), dai il tutto in mano a Roman Polanski e avrai 90 minuti di risate “riflessive”. Un film geniale. L’aggettivo giusto per definire “Carnage” è questo. Molti altri avrebbero sfornato, con tutta probabilità, un film a tratti noioso, con poco da dire e da trasmettere dopo appena mezz’ora. Polanski no; e il risultato è una pellicola che fa sicuramente ridere, ma scatena quelle risate che hanno una punta di amarezza, perché traccia un quadro triste e (purtroppo) veritiero della società odierna. Una società dominata dai pregiudizi, dalla falsità, dall’egoismo, da persone che vogliono prevalere sugli altri ad ogni costo; una società in cui la cosa importante è soprattutto il lavoro, il far carriera, anche a scapito della propria famiglia. Può un film di un’ora e mezza, ambientato sempre nelle stesse quattro mura e con le stesse quattro facce, far scaturire questo insieme di riflessioni? Sì, evidentemente può, come Polanski ci dimostra. Tutto nasce da una banale disputa fra bambini, definita, come da (indubbiamente) ironico titolo, una “carneficina”, che scuote molto i genitori di ambo le parti. Chi sono questi genitori? Da un lato Jodie Foster e John C. Reilly, dall’altro Kate Winslet e Christoph Waltz; probabilmente mai cast fu più azzeccato. Quattro personaggi, apparentemente delle stesse opinioni, che pian piano si dimostrano diversi e sicuramente per niente inclini ad andare d’accordo gli uni con gli altri; a poco a poco i quattro escono fuori per ciò che sono davvero, e lo spettatore si accorgerà presto che non sono quelle persone “gradevoli” che sembrano all’inizio del film. Molto interessanti sono gli “schieramenti” che si creano di volta in volta tra i vari protagonisti, ed interessante è vedere come da un momento all’altro atteggiamenti e opinioni possano cambiare totalmente. Ma come potrà mai finire un film del genere? I quattro genitori arriveranno mai ad una pacifica conclusione? Ovviamente no. Ma anche nel finale, Polanski non sbaglia il colpo e la scena si sposta al parco, in cui vediamo i due ragazzini giocare di nuovo insieme. Per sottolineare quanto sia stato inutile quel pomeriggio di dispute tra genitori; ma ancor di più quanto in generale spesso siano inutili gli affanni e i litigi cui tutti noi ci sottoponiamo ogni giorno.
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