Carol: la recensione di Mauro Lanari
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Carol: la recensione di Mauro Lanari

Carol: la recensione di Mauro Lanari

Lezioso, melenso, decadente, melodrammatico e fiero d’esserlo finché a Hollywood premieranno basandosi su criteri così osceni. Qui da noi abbiamo dato con D’Annunzio e il Visconti manierista di “Morte a Venezia”, rétro quant’un romanzo d’appendic’e con una caratterizzazione dei personaggi ridicola come la Blanchett che si tocca i boccoli e strizza le labbr’a ogn’inquadratura. Esercizio di stile buono per chi abbocca senza riserve credendo che l’eleganza sia il patinato artificioso degli spot pubblicitari, emotività e passionalità non pervenute per eccesso di laccata calligrafia, devastante ma per il risaputo senza tregua. Altr’insulsa pietra miliare del Queer Cinema, dimostrazione della forza e della capacità di resistenza per i forse sparuti non amanti del genere.

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