Il primo Cattivi vicini si apriva con Seth Rogen e Rose Byrne che cercavano di fare sesso davanti alla loro figlia appena nata, senza però riuscirci causa un certo imbarazzo da novelli genitori. Il secondo Cattivi vicini si apre sempre con Seth Rogen e Rose Byrne che fanno sesso, ma stavolta lei… gli vomita addosso, realizzando di essere nuovamente incinta. Una intro del genere è come un avviso: preparatevi a ciò che vedrete nella prossima ora e mezza. Invece il sequel non mantiene la stessa continuità di scorrettezze del predecessore.
L’impronta da party movie del primo film viene in gran parte abbandonata e il punto di vista prettamente maschile ribaltato: stavolta i “villain” non sono Zac Efron e i suoi animali da festa, ma una confraternita di sole ragazze che mira ad essere la prima a godere dell’indipendenza necessaria per organizzare feste al pari dei colleghi uomini (cosa che a quanto pare, come ci spiega Selena Gomez, i campus americani vietano). La leader del gruppo è una Chloë Moretz trasformata in una convinta sostenitrice del girl power che fuma erba (e ne spaccia anche) ed è capace di più di una trovata diabolica per incasinare la vita di chi vuole sbarazzarsi di lei e delle sue sorelle. Ma invece di scatenare a briglie sciolte le potenzialità delle nuove vicine di casa, tutto sembra procedere con il freno a mano tirato e questo nuovo “tocco femminile” finisce per alleggerire i toni del film, privo della goliardia del primo episodio.
La struttura è sempre quella di una commedia demenziale fondata sullo scontro generazionale e su una riflessione circa le responsabilità e le paure della vita adulta. Per la coppia protagonista l’ansia del secondo figlio in arrivo si aggiunge alle difficoltà nel crescere la primogenita, la Moretz non vuole tornare a vivere l’isolamento degli anni del liceo ed Efron è messo in crisi dall’immobilismo di chi non conosce la propria strada e osserva tutti i suoi amici del college andare avanti. Un senso di smarrimento che l’attore porta in scena con buona autoironia (già dimostrata in altre commedie, vedasi Nonno scatenato), creando divertenti siparietti “bromance” prima con Dave Franco e poi con Rogen, con cui l’alchimia è palpabile. È proprio il loro duo il punto di forza di un film che soffre più del dovuto dell’effetto deja vu anche in termini di gag, in parte ricalcate su quelle già utilizzate nel primo capitolo (vibratori vaganti, dildo, airbag pronti a esplodere). La Moretz, dal canto suo, cresciuta con generi in cui questo tipo di eccessi non sono l’ingrediente principale, si dimostra ancora troppo acerba per risultare una vera rivelazione come fu la Byrne nel primo film, o per seguire le orme delle varie Amy Schumer, Rebel Wilson o Melissa McCarthy, a oggi le esponenti più in voga della comicità scorretta al femminile di Hollywood. Ma il talento per emergere anche in questo territorio c’è, e Rogen ed Efron possono farle da “fratelli maggiori”.
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Mi piace
I siparietti tra Efron, Rogen e Franco.
Non mi piace
I toni meno scorretti e pungenti del primo capitolo.
Consigliato a chi
Ha trovato eccessivo il primo Cattivi vicini e spera in un sequel più light.
Voto: 2/5
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