Corso (Luca Argentero) è un detective senza nome, uno lupo solitario che spinge il suo sguardo su un mondo fatto di corruzione, giochi di potere e intrighi, all’interno di quelle stesse istituzioni che dovrebbero proteggerci. Una realtà che gli risulta quanto mai evidente quando si ritrova a indagare sull’omicidio di Tommy, il figlio della sua ex fiamma Michelle (Eva Herzigova). In questo mosaico sociale inquietante, si distinguono alcune tessere: personaggi come l’avvocato Argento (Pippo Delbono) e l’ispettore Torre (Claudio Amendola), ex collega di Corso. Due figure che sono l’emblema di chi lavora nell’ombra, decidendo le sorti e il destino di molti senza preoccuparsi delle conseguenze sui pochi.
Marco Risi ritorna al cinema dopo quattro anni dall’applaudito Fortapàsc con un noir che celebra la filmografia classica del genere. L’impianto narrativo è ben costruito e il pathos si mantiene alto. Il merito va a una sceneggiatura a orologeria, in cui la logica dei twist si abbina a sequenze d’azione efficaci, secondo l’esempio del poliziesco americano (o francese).
Molto convincente la performance di Luca Argentero, che si cimenta in un territorio ancora inesplorato nella sua carriera: perfino la chiacchierata scena di nudo integrale, per niente volgare, si instaura con precisione nel contesto, aiutando a delineare il personaggio del detective Corso.
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Mi piace
Lo sguardo “noir” è maturo, degno di un cinema con pretese d’internazionalità
Non mi piace
La recitazione eccessivamente melodrammatica di una buona feta del cast
Consigliato a chi
Ama il thriller d’indagine e ha voglia di un film italiano diverso
Voto: 3/5
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