Chronicle: la recensione di Gabriele Ferrari
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Chronicle: la recensione di Gabriele Ferrari

Chronicle: la recensione di Gabriele Ferrari

Leggerete in giro tante cose belle su Chronicle. La vostra reazione potrebbe essere quella di storcere il naso: in un mondo come quello del cinema, dove la pubblicità e i favori di marketing a volte contano più dell’effettivo valore di un film, il rischio della bufala è grosso. Noi l’abbiamo visto, Chronicle, e possiamo rassicurarvi: qualsiasi cosa buona vi diranno è vera, e probabilmente se ne saranno dimenticata qualcuna.

Chronicle nasce dalle menti di Josh Trank e Max Landis, esordiente il primo, figlio d’arte (e che arte) il secondo. È un found footage, uno di quei film à-la-Blair Witch Project – solo per citare il “caso” che ha fatto esplodere il filone – in cui tutto è raccontato dagli occhi di una telecamera tenuta in mano da uno dei protagonisti, di solito quello con la mania della cronaca minuto per minuto di tutto quel che accade. In questo caso il protagonista in questione è Andrew (Dane DeHaan), il classico sfigato da high school con una travagliata storia familiare (madre malata, padre alcolista, estrema povertà) e grossi problemi di socializzazione. L’unico che gli sta vicino è il cugino Matt (Alex Russell), che funge più da autista avanti e indietro da scuola che da amico vero e proprio: il problema di Andrew con gli altri è talmente enorme che la scelta di riprendere la propria vita attraverso una telecamera diventa quasi obbligata. «È una barriera, e io la voglio» è la giustificazione di Andrew.

Ma siccome non siamo in un film di Gus Van Sant, i problemi personali del ragazzo non ristagnano, ma deflagrano nel modo più improbabile: durante un rave, lui, Andrew e Steve (Michael B. Jordan), atleta e studente modello, si ritrovano in una grotta dove scoprono una bizzarra struttura luminescente. Che, a causa della loro curiosità, si “attiva”, dotandoli di superpoteri. È qui che Chronicle smette di essere il diario di un adolescente problematico e diventa il più strano film di supereroi che si sia mai visto. Non è Kick-Ass o Super: i poteri dei tre sono reali, e crescono esponenzialmente con il passare del tempo. Ma non è neanche X-Men né Spider-Man; non esistono buone azioni da compiere o villain da combattere – a parte l’oscurità che alberga nell’animo del sociopatico Andrew –, solo tre ragazzi che d’improvviso diventano quasi onnipotenti e fanno quello che qualunque ventenne farebbe in una situazione simile: si divertono.

Chronicle diventa così un semi-documentario sulle follie dei tre, che volano, sollevano macchine e gonne di belle ragazze, allenano i propri poteri e con essi testano la solidità della loro amicizia. La continuità narrativa si perde spesso, e molte svolte si danno per scontate: ci interessa solo quel che succede quando la telecamera è accesa, e ruota intorno ai tre mostrandone le evoluzioni (e l’evoluzione). Oltre che supereroe, Andrew si improvvisa anche super-regista, facendo volare la telecamera insieme a lui e giustificando così gran parte delle scene non riprese in soggettiva: un’idea brillante da parte di Trank, nonché un modo per sfuggire al rischio-nausea legato al costante uso della shaky cam (si veda Cloverfield, per esempio). È uno studio sui personaggi più che una storia vera e propria, che si fa via via più cupo man mano che i tre perdono il controllo di loro stessi, e si conclude con uno dei duelli più spettacolari che la storia del cinema ricordi – una nota di merito a riguardo a Trank e Landis, che sfuggono al rischio della conclusione deludente che piaga molti film di supereroi di questi anni (vi ricordate come finivano Batman Begins o Iron Man?).

Non tutto è perfetto, come è ovvio che sia in un esordio, e un esordio così particolare poi. Ma non fateci elencare i difetti di Chronicle, perché non ne vale davvero la pena: siamo di fronte a un’ora e mezza di amore per il cinema, per i supereroi, per l’adolescenza, con tre personaggi con i quali è impossibile non empatizzare e una messa in scena sperimentale e sontuosa insieme. Non vedrete altri film come Chronicle, quest’anno né forse per molti anni a venire. Non fatevelo sfuggire, dunque.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
La regia geniale di Trank. Le interpretazioni dei tre personaggi. L’originalità di fondo dell’idea.

Non mi piace
Lo sviluppo dei personaggi diventa un po’ frettoloso verso il finale.

Consigliato a chi
Non ne può più dei soliti supereroi, e vuole una visione originale e coinvolgente sull’argomento.

Voto: 4/5

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