Cinquanta sfumature di grigio: la recensione di adamolavigna
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Cinquanta sfumature di grigio: la recensione di adamolavigna

Cinquanta sfumature di grigio: la recensione di adamolavigna

50 sfumature di poco o nulla ma ci sono da fare alcune considerazioni e premesse. Personalmente, non avendo letto il libro non avevo aspettative particolari perciò giudico quello che vedo. Se poi nel romanzo quei due gli davano di dominazione, di sadomaso, bondage o fisting assortito sappiate che qui di quella roba tanto scandalosa non c’e ombra. O meglio il tutto e’ circoscritto a due frustate fuori campo, tre sberle sulle chiappe, la tanto decantata stanza della perversione che sembra un sexy shop di periferia e tanti saluti. Sicuramente imparate a fare i nodi da marinaio, visti i tanti infioccamenti che ci propinano i due, ma non so quanto possa tornarvi utile nella vita reale. Fa quasi ridere il VM 18 imposto negli USA, loro patria del porno della San Fernando Valley che si moralizzano per un erotismo spicciolo da intrattenimento. Però parlare male di 50 sfumature oggi sarebbe come sparare sulla croce rossa, e a dirla tutta tutta si è visto di peggio. Molto peggio. Si perché la trama e’ intrigante e ruffianosa, giocata tutta su molteplici e costanti situazioni di accumulo, tante cose buttate li con l’aspettativa che succeda chissà cosa che quasi ad un certo punto ci crediamo davvero possa accedere il finimondo. Ed almeno una sequenza e’ davvero memorabile, quella della negoziazione del contratto, giocata tutta su tenui luci rosse, erotica e morbosa, con una concessione allo spacco rubato a Basic Instint. Ma in realtà stringi stringi non succede nulla di che’, con lo script che purtroppo rimane l’unica cosa che tiene in piedi per due ore un opera traballante nella narrazione, girata con taglio da fiction senza la più minima parvenza di visione autorale, con una regia scolastica, con un erotismo soft da famiglia molto entertainment visto tutto in sottrazione, mai un dettaglio, nessuna concessione al voyeurismo nessuna perversione. Un opera piena di problemi insomma ma la punta dell’icerbeg della irragionevolezza la toccano i due pessimi protagonisti. Lui super macho, super fico nulla da dire ma dalla recitazione a dir poco di legno. Porcellino il giusto, perverso poco e malato per niente. Capisco che si è tirato al risparmio ma per un ruolo così ci voleva Robert Pattinson, che troppo facilmente abbiamo spernacchiato per Twilight, ma una volta chiamato da Cronenberg ha spaccato con il ruolo di deviato in Cosmopolis. Lei si carina ma nulla di più, doppiata che sembra un’educanda, con una carica erotica pari a zero ( come le tette ) e sotto sotto ( ma non tanto ) di chiara matrice/ispirazione alla noialtri della Charlotte Gainsbourg di Nymphomaniac, peccato che un secondo dell’opera malsana di Lars Von Trier abbia una carica più perversa di tutte le 50 sfumature di cui sopra. Detto questo una chance gli si può pure dare e’ tanto negli ultimi tempi ci hanno propinato di tutto e di più, anche se io investirei gli 8 euri in Birdman oppure in una margherita e fanta che ci soddisfa sicuramente più di tutte queste sfumature messe assieme.

Voto 5

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