Colpi di fulmine è un film che per stile, struttura e ritmo si avvicina di più ad una commedia sofisticata che al tipico cinepanettone a cui siamo stati abituati finora, provando ad investire il genere di una ventata di aria fresca.
L’idea di base è quella di giocare con tutte le situazioni ambigue e imbarazzanti che crea l’amore a prima vista, cercando di ricalcare un po’ i toni delle commedie romantiche alla Love Actually, per intenderci. Il film è diviso in due storie assolutamente indipendenti le une dalle altre. Nella prima, il veterano Christian De Sica veste i panni di Aberto Benni, uno psichiatra costretto alla fuga perchè indagato dalla finanza per evasione fiscale. Decide così di nascondersi in un paesino sperduto del Trentino, spacciandosi per il nuovo parroco. Gli equivoci, iniziano nel momento in cui si innamora di Angela, il maresciallo dei carabinieri, nonché promessa sposa del sindaco del paese. Aiutato dalla perpetua Tina (una frizzante Arisa) e dal sagrestano muto Oscar (interpretato da Simone Barbato, il mimo di Zelig), le proverà tutte per riuscire a conquistarla. Nonostante De Sica cerchi di tenere in piedi la baracca, la storia risulta debole, perché piatta nel ritmo e abbastanza banale in termini di gag e battute.
Discorso diverso, almeno in parte, per il secondo episodio con protagonisti Lillo (al secolo Pasquale Petrolio) e Greg (alias Claudio Gregori), meno insipida e dal ritmo più vario: qui, il colpo di fulmine coinvolge il raffinato ambasciatore Ermete Maria Grilli (Greg) e la pescivendola romana e super-coatta Adele Ventresca (Anna Foglietta). Per colmare la distanza culturale e sociale con la donna, Ermete chiede aiuto al suo autista Ferdinando (Lillo), che gli insegnerà tutti i trucchi per essere un perfetto coatto, diventando il suo Cyrano personale. Punto forte dell’episodio è l’addestramento a cui viene sottoposto l’ambasciatore, unito alle situazioni che un gentiluomo come lui è costretto ad affrontare. Ma alla lunga, anche questa storia perde di efficacia, sfociando nel prevedibile.
Alla fine del film, benché il livello resti ancora troppo basso e le risate si esauriscano presto, si ha la sensazione di aver visto qualcosa di diverso dalle vicende costruite su continui tradimenti ed elementi di nudo gratuiti, che hanno fatto la fortuna del cinepanettone anni Novanta. Altro punto di stacco col passato, poi, è il fatto che Christian De Sica non solo abbandoni il ruolo da eterno adultero sciupafemmine, ma, soprattutto, smetta di essere la figura centrale del film, la colonna portante della coppia comica, permettendo anche a chi gli sta intorno di farsi notare sullo schermo (uno su tutti, il personaggio di Oscar).
Leggi la trama e guarda il trailer del film
Mi piace
Il tentativo di staccarsi dal classico cinepanettone
Non mi piace
La debolezza delle storie, che alla lunga non reggono e cadono nella banalità
Consigliato a chi
Ama le commedie leggere, in cui l’amore vince sempre
Voto: 2/5
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