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Come l’acqua per gli elefanti: la recensione di AlexandraBorgia

Come l’acqua per gli elefanti: la recensione di AlexandraBorgia

Ho visto un film. Ho visto l’amore scorrere in quel film.

Ho visto qualcosa che non vedevo da tempo, qualcosa in cui avevo smesso di credere. Il cinema, ormai, è talmente concentrato a sfoggiare le sue ampie armi computerizzate da aver perso di vista la “gentilezza” di un bel lavoro tagliato e cucito con il cuore. Così come le nonne, un tempo, tagliavano e cucivano col cuore le vesti dei propri nipotini e indossandole potevi sentire l’energia di quelle mani e di quelle anime scaturire nel corpo attraverso un semplice strato di cotone.
Come l’acqua per gli elefanti non pretende di raccontare una storia fuori dai canoni, che si discosti dalla realtà pur sembrando accoratamente reale. Racconta una storia…e basta. Una grande storia…che ha poco da spartire con l’apocalittico Titanic, perché il tema focale resta l’amore. Quell’amore che ho visto seminato ovunque, come in una grande campo e che usciva fuori dallo schermo, per rendermi partecipe della vita di Jacob (Robert Pattinson), di Marlena (Reese Witherspoon), di August (Christoph Waltz) e di Rosie, l’elefantessa polacca.
Sono entrata immediatamente in sintonia con la pioggerella che batteva sull’asfalto, con il vecchio Jacob(Hal Holbrook)che si guardava attorno spaesato, alla ricerca di qualche luce, di qualche strepito, di qualcosa che gli facesse rammentare la vita del circo Benzini.

E’cominciato il suo racconto e da quel punto in avanti non ho avuto il coraggio di muovermi dalla poltroncina. Neppure papà fiatava ed eravamo tutti concentrati. Alcuni neanche sapevano di cosa parlasse il film o chi fosse Robert. Hanno preso i biglietti perché era l’unico a non essere in 3d….

Pensate…

C’è ancora chi apprezza le cose genuine.

La vita di Jacob, così perfetta da sembrare un dipinto olio su tela, viene sconvolta dalla morte dei suoi genitori per incidente stradale. Di notte s’incammina sulle rotaie, dopo aver perso tutto, anche la casa e si butta dentro un treno, senza pensarci due volte.
I giovani agiscono a mente calda. Prendono e vanno, all’avventura, correndo dei rischi mortali pur di giungere a staccare con il passato. E saltando sul treno, Jacob ha dato un taglio netto alla sua vita da sognatore perfetto.

Mi hanno colpita i colori.

Il blu della notte, schiarito da qualche raggio di luna, fra gli abeti che facevano da spartiacque al treno del circo Benzini e il fumo che sbuffava dalla ciminiera hanno creato un nonsoché di magico e surreale.

E’stato come tornare alle favole.

Rob e August che parlavano sul treno e saltavano da un vagone all’altro, con una lanterna in mano mi ha comunicato una bella emozione dentro, quasi di poesia. Poi, alla poesia si è aggiunto il ritmo, la frenesia del circo colta nel suo massimo splendore, con i suoi giocolieri, i suoi saltimbanchi, i suoi trapezisti e la stella bionda, assieme ai suoi pezzati bianchi e neri che illuminavano la scena, strappando lunghi applausi al pubblico.

La dolcezza espressa da Jacob nel momento in cui si trova a guardare lo spettacolo è pari a quella di un bimbo adulto. E’come se fosse costernato da quel nuovo universo e non fosse capace di aggiungere altro, per timore di rovinarlo. Se Rob avesse fatto degli strepiti, avrebbe peccato di esagerazione. Se si fosse lasciato sfuggire un “wow” avrebbero detto che era troppo infantile. Lui se l’è goduto in silenzio quel paradiso in terra, come faccio io ai concerti…che mi siedo e punto lo sguardo sul palcoscenico, senza gridare o strapparmi i vestiti. Voglio tenermi l’attimo, stamparmelo in testa, nel cervello e poterlo ricordare negli anni in avvenire, senza alcuna distorsione.

Rosie è stata fantastica. Un pachiderma che riempiva lo schermo e che t’invitava quasi ad avvicinare la mano per accarezzarla. La sintonia fra lei e Robert è stata evidente sin dal primo incontro, quando gli risucchia lo champagne dal calice e inizia ad annusarlo vivacemente…

Robert “viveva” con lei, al di fuori di Edward il vampiro. Non ho mai pensato a lui. Neppure cercandolo a forza, avrei potuto ritrovarlo nel volto di Pattinson. Chi l’ha visto è perché ha voluto vederlo a tutti i costi, come quando fissi i tre puntini e ti ritrovi l’ombra di Cristo o di Che Guevara sulla parete. Non penso di essere poco obiettiva o totalmente presa da Robert da dimenticarmi la differenza che passa fra un attore e un casanova diventato tale solo per rimorchiare le ragazze.

Jacob era splendido, ha saputo infondermi tutto ciò che provava, anche con i suoi sorrisi sghembi…e i suoi occhioni azzurri.

Non capisco perché si dica che con Reese non abbia creato chimica. C’era eccome…e stava in quei lunghi, appartati silenzi…quando ballavano assieme e il naso di lei era nel collo di lui, e le bocche si avvicinavano lentamente, i respiri si mescolavano e fra entrambi calava un vuoto onirico, al posto del solito tum tum tachicardico. Quel vuoto che cala ogni volta che ti trovi in una situazione sconcertante e senti che il tuo corpo sta provando piacere mentre il tuo cervello ti dice che è sbagliato. Un vuoto di costernazione, che sopraffava la musica e diventava silenzio.

I silenzi di questo film sono molto importanti per chi sa ascoltarli. Perché fanno rumore più di un giradischi o del barrito di un elefante.

Non voglio raccontarvi WFE.

Ormai la trama è in internet, la conoscono tutti. Basta scrivere il titolo su google e scopri un mondo.

Voglio raccontarvi di ciò che ho provato quando Jacob ha preso la pistola ed è stato costretto ad abbattere Silver Star. Oppure di quando restava solo con Rosie e la coccolava come una principessa.

Erano una cosa sola e sarà magia dello schermo…sarà quel che volete…ma Jacob e Rosie sembravano muoversi sullo stesso piano, in altezza. Nessuno dei due dominava sull’altro…perché fa parte dell’amore dominarsi a vicenda.

Che tristezza scoprire che August gettava dal treno i poveri lavoranti che non poteva pagare….

La crudeltà non ha un’epoca. E’sempre stata operata dall’uomo, nei secoli, ed ha conservato la medesima, squallida faccia. In questo caso, era personificata da August, il marito di Marlena. Un pazzo con scatti brevi di lucidità che strappava risate nervose perché ti aspettavi che da un momento all’altro avrebbe combinato un disastro. Non ho visto Bastardi senza Gloria, quindi non so dire se Waltz stesse ripetendo il suo personaggio. A me è piaciuto così…anche se desideravo che la facesse finita.

Il suo livore contro gli animali faceva venire il voltastomaco.

Peccato per le censure. Per quel benedetto, onorato pg 13. Avremmo scoperto che era stato lui a far del male a Silver Star, che era lui a picchiare di nascosto i cavalli della moglie perchè, come Marlena li amava, lui li disprezzava.

Avrei voluto vedere il bacio volgare di Barbara dato ad un Jacob inesperto. Neil si è vista di sfuggita. Non saprei riconoscerla neanche in foto.

Ho riso. Mi sono commossa. Ho riso di nuovo. E ho scoperto che la magia ti può sospendere ad un metro da terra senza sbilanciarti o subire cali improvvisi.

La scena di Jacob e Marlena è stata di una dolcezza disarmante. Il modo in cui si toccavano, si respiravano, si baciavano e facevano l’amore era pura adorazione, al contrario delle scene passionali e da sbattimento che Rob aveva recitato in Remember Me.

Era come stare sul filo del rasoio, consapevole che i cattivi avrebbero fatto la loro parte.
Bello e struggente Jacob nel suo tentativo di liberare Marlena dalle braccia nodose di August. Il suo labbro tremava mentre maneggiava il coltello. Avrebbe voluto tagliargli un orecchio, piantare l’arma nella nuca…specie dopo essere entrato nel vagone in cui alloggiavano il nano e il vecchio polacco e aver capito che erano stati fatti fuori dalla rabbia di August.

Ma Jacob Jankoswki è nato nobile e non avrebbe potuto macchiarsi le mani del sangue del nemico. Che ne sarebbe stato di lui se fosse riuscito a liberare Marlena, uccidendo August nel sonno? Non è onorevole come affrontare un uomo a duello.

E così…tra colori, sbuffi di fumo, piogge, cadaveri sulle pietre e silenzio ancora da riempire, la tragedia si abbatte sul circo Benzini. Alcuni uomini, stanchi di sopportare la tirannia di August, liberano tutti gli animali durante lo spettacolo e la furia impazza.

Le scene veloci danno consistenza al caos che si è generato fra il pubblico. I cavalli s’impennan, le tigri si lanciano sulla carrozza rossa dei musicanti, il leone salta a zampate tra la folla. Lawrence è stato molto equilibrato. Non ha strafatto. E poteva correre il rischio di farlo. Si è saputo dosare, perchè conosce il mestiere e sa cosa si deve evitare in certi casi.

Il finale è ancora magia, dopo l’apocalisse di corpi e zanne.

Sarà proprio Rosie ad uccidere August mentre questi teneva bloccata Marlena sotto di sé e cercava di soffocarla col bastone…ma nessuno verrà colpevolizzato per quella morte….perché era destino che finisse, che la crudeltà fosse stroncata dalla morte di chi l’aveva così intensamente alimentata.
Si ritorna al Jacob vecchio, con i suoi occhioni lucidi di lacrime. I suoi figli, ormai grandi, si sono dimenticati di lui ma lui non ha dimenticato il tendone. Non ha dimenticato Marlena.
Torna a “casa” dopo che il ragazzo che ha ascoltato la sua storia si offre di farlo entrare nel circo, in biglietteria.

WFE è iniziato con un atto d’amore ed è finito altrettanto atto d’amore.

Le immagini in bianco e nero, zigrinate dal tempo, sono state un tuffo al cuore per me.
Vedere Jacob e Marlena con i loro figli, felici e uniti sotto l’ombrello…vederli sorridere beati , con quella completezza che dà solo l’amore, ha fatto scorrere qualche lacrima di troppo.

Ma vale anche la pena di piangere, se il film è un carillon di emozioni come quello che Lawrence ha voluto regalarci.

Andatelo a vedere, più di una volta, più di due volte.

Merita. Più di tanti film italiani pieni di parolacce e volgarità gratuite che al contrario di questa pellicola, vengono osannati dalla critica. Su Robert, ormai, si è detto di tutto. Addirittura, c’è chi ha scritto la recensione solo per affossarlo e chi invece di guardarsi e commentare il film si limita a riportare le frasi fatte, da classico copia e incolla. E infine c’è chi non vedeva l’ora di offenderlo come persona, e parlo di critici che si definiscono tali solo perché scrivono su giornali competenti. E’una vera vergogna. E vorrei ricordare a coloro che imbastiscono critiche cattive solo epr il gusto di sputare veleno che Rememeber Me ha superato le aspettative e con la vendita dei dvd è riuscito a portarsi a casa una somma due volte superiore a quella del budget, cosa che non si può dire di film in 3d costati molte cifre e balzati in vetta alle classifiche senza però rienntrare nei costi. Ma questo, ovviamente, è sempre bene non dirlo, perché Robert va bene solo finché fa la cavia da laboratorio e si continua a parlare di lui come vampiro. Scarsa fantasia? Temo di si. Il ritornello ha stancato.
Acqua agli elefanti è un film pulito, di quelli genuini, senza macchia e senza lode cibernetica. E’come la vita che passa a scanzione. La guardi minuto per minuto e vorresti che non finisse mai….

Grazie a tutta la troupe, a Robert che sto ammirando nella sua crescita artistica, a Reese per aver dato a Marlena tanta forza in quel corpo minuto, a Christoph per il suo schizzofrenico August. E un grazie doppio a Lawrence per averci creduto, nonchè alla bravissima Gwen, senza la quale non avremo conosciuto questo microsmo fatto di giochi, violenze e di amore.

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