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Con gli occhi dell’assassino: la recensione di Giorgio Viaro

Con gli occhi dell’assassino: la recensione di Giorgio Viaro

Due sorelle colpite dalla stessa malattia degenerativa della vista: la prima muore praticamente sui titoli di testa, impiccata al soffitto della cantina. La seconda tenta di rifarsi una vita con il marito (Lluis Homar, che trovate in tutti i thriller spagnoli degli ultimi 10 anni) e intanto indaga sulla fine della sorella, del cui suicidio non è affatto convinta. Ma più la situazione si fa ingarbugliata, e più la sua vista cala…
Thriller spagnolo con tutte le carte in regola per funzionare sul mercato internazionale, Con gli occhi dell’assassino gioca con gli spettatori sul doppio binario della trama gialla e dell’effetto horror, richiamando alla memoria il Dario Argento prima maniera. La suspance, in particolare, è costruita usando trucchi vecchi come il cinema – l’uso delle ombre, il fuori campo – con la parziale cecità della protagonista che diventa pretesto per una serie di equilibrismi registici non banali (anzi, a tratti quasi hitchcockiani).
Detto così sembra un prodigio, in realtà è solo ottima professionalità al servizio di una sceneggiatura piena di buchi e colpi di scena improbabili. Ma che conferma lo stato di salute di un’industria, quella spagnola del cinema di genere, che tra le follie visionarie di De La Iglesia (Balada Triste de Trompeta) e il gore up-to-date di Plaza e Balaguerò ([REC]), dimostra di essere sempre in ottima forma.

Leggi la trama e guarda il trailer di Con gli occhi dell’assassino

Mi piace
L’uso magistrale del fuori campo e dei giochi d’ombra

Non mi piace
La sceneggiatura, piena di buchi e di personaggi con cui è difficile empatizzare

Consigliato a chi
Agli amanti del thriller vecchia maniera, in cui l’effetto horror si somma al piacere di svelare un enigma

Voto: 3/5

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