Confusi e felici è l’ultima fatica del regista romano Massimiliano Bruno, il quale confeziona una commedia di cui ne è il regista, l’autore ed anche l’interprete, dimostrando una certa versatilità all’interno del cinema italiano, sempre più alla ricerca di nuovi talenti. La commedia narra la storia di Marcello (Claudio Bisio), uno psicanalista che scopre di essere affetto da una grave forma di maculopatia, che lo costringerà alla cecità nel giro di tre mesi. Ad aiutarlo ad uscire dallo stato di depressione profonda in cui la notizia lo ha fatto precipitare sono i suoi “pazienti/amici”che cercheranno di fargli riscoprire tutte quelle cose belle della vita a cui non aveva prestato attenzione prima di allora. I nostri personaggi, ognuno vittima di qualche disturbo da psicanalizzare, sono rappresentati da: Marco Giallini, che interpreta il ruolo di Nazareno, uno spacciatore “gajardo” con perenni attacchi di panico, assieme a lui ritroviamo Rocco Papaleo nel ruolo di Michelangelo, un telecronista bersaglio di continui attacchi di ira funeste, per continuare con Massimiliano Bruno, che si presta nel ruolo del pacioccone Pasquale, un autista incapace di scrollarsi di dosso l’età della fanciullezza, oltre a Paola Minaccioni che interpreta Vitaliana nel ruolo di una ninfomane ossessiva, per finire alla coppia di coniugi formata da Caterina Guzzanti (Betta) e Pietro Sermonti (Enrico) in crisi a causa della fissa di quest’ultimo per i “social network”. Altro ruolo determinante nel film è quello di Anna Foglietta, che interpreta, Silvia, la segretaria di Marcello, la quale nutre in segreto dei sentimenti per lui e che cercherà attraverso l’arte di “aprirgli” gli occhi ed il cuore. Sorprendente la figura saggia e pacata di Gioele Dix che svolge seriamente il ruolo dello psicanalista, del quale si serviranno tutti i nostri personaggi e soprattutto il suo “collega”. Simpatico il siparietto con Silvestri, Fabi, e Gazzè dotati di una certa alchimia che li accompagna nella loro vita professionale e riuscendo a mostrare, oltre alle loro doti indiscusse di grandi musicisti, anche un lato ironico del loro carattere mettendosi in gioco nell’interpretare un cameo simpaticissimo. Il film è molto carino per diversi aspetti, uno dei quali è l’aver sterzato su un finale per nulla banale e scontato ma rendendolo emozionante proprio perché privo della solita sentenza del “vissero felici e contenti” ma adducendoci a pensare che la vita pur essendo confusa per molte persone, non significhi per forza infelice, bisognerebbe solo cercare di prestare più attenzione alle cose da un altra prospettiva, cercando di sfruttare al meglio tutti i sensi che ci permettono di vivere un’emozione.
© RIPRODUZIONE RISERVATAConfusi e Felici: la recensione di Donato Prencipe
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