Cinquant’anni fa, Cowboys & Aliens sarebbe potuto essere il titolo di un b-movie western/horror come Billy the kid contro Dracula o di un ibrido fantascientifico come King Kong vs. Godzilla (che nel tempo ha dato vita a poco fortunati epigoni come Aliens vs. Predator). Un film low budget il cui scopo era mettere insieme un’eccentrica combinazione di generi o personaggi. Nel 2011 invece Cowboys & Aliens è il titolo di un blockbuster, western/sci-fi costato 163 milioni di dollari, prodotto da Steven Spielberg, diretto da Jon Favreau e interpretato da star del calibro di Harrison Ford e Daniel Craig, che per l’occasione appendono al chiodo l’aura di eroi senza (quasi) macchia, Indiana Jones e James Bond, per indossare i costumi di due villain sulla via del riscatto in una città che non a caso si chiama Absolution. D’altra parte, l’ambiguità, l’essere sempre in bilico tra il bene e il male, è uno dei marchi di fabbrica delle più grandi icone western, tramandate anche alle nuove generazioni… basti pensare a Jeff Bridges e Matt Damon nel remake de Il grinta dei Coen.
La componente western è quella che dà maggiore lustro alla pellicola, impregnata di immagini, riminiscenze dell’immaginario collettivo, citazioni insomma non riservate a un pubblico di intenditori, ma rivolte più probabilmente a una generazione che i cowboys li ha visti nei passaggi televisivi in seconda serata. Si avverte quasi quella malinconia di chi ha mancato un grande evento – i fasti della fantascienza anni Ottanta (celebrati negli ultimi mesi con una serie di film guidati dal Super 8 di J.J. Abrams) e quelli dei western, da John Ford a Sergio Leone -, ma vuole comunque tesserne le lodi, tentando di replicarlo e celebrandone il ritorno. Seppur con leggerezza, humor e autoironia.
I due generi si amalgamano senza destare particolare straniamento, neppure quando gli Apache cavalcano accanto ai mandriani contro gli invasori alieni. Le praterie, i saloon, i canyon si fondono con mostri e armi extraterrestri. Sembra quasi di trovarsi in mezzo alle attrazioni degli studios di Hollywood, di essere di fronte a un grande parco divertimenti o nel Paese delle Meraviglie, dove tutto è possibile e le montagne russe del vecchio West si trovano proprio accanto alla navicella spaziale, pronta a farti salire a bordo per un’inedita avventura. Su tutti, il personaggio che meglio ingloba questa stratificazione di nostalgiche citazioni è Ella (Olivia Wilde): eroina a metà strada tra la Joan Crawford di Johnny Guitar e la Sigurney Weaver di Alien.
Ma la scena più bella ce la regala Daniel Craig all’inizio del film: sporco e cattivo come Rod Steiger in Giù la testa, sorprende i suoi tre aggressori come Terence Hill in Lo chiamavano Trinità, rischiando quasi di diventare l’eroe di un horror splatter…
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Mi piace
Daniel Craig all’inizio del film: sporco e cattivo come Rod Steiger in Giù la testa, sorprende i suoi tre aggressori come Terence Hill in Lo chiamavano Trinità
Non mi piae
I due generi si amalgamano, ma l’equilibrio non è compiuto e il western ingloba la fantascienza
Consigliato a chi
Vuole salire a bordo di un’astronave o in sella a un cavallo in compagnia di Daniel Craig e Harrison Ford, per un’avventura inedita in un parco giochi da grande schermo
Voto 3/5
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