Adattamento cinematografico dell’omonimo fumetto Marvel, Deadpool narra la storia di Wade Wilson, un killer mercenario che quando scopre di essere malato di cancro decide di sottoporsi a un esperimento pur d’aver salva la vita. L’operazione, che ricorda molto da vicino quella che ha trasformato Logan in Wolverine, riesce con successo ma presenta un grosso conto da pagare: Wade è orribilmente sfigurato, anche se ha acquisito la capacità di rigenerarsi da solo.
Fin dalla sigla iniziale allo spettatore è chiara una cosa: Deadpool non è un cinecomic come gli altri. Mix ben riuscito tra il migliore degli Scary Movie per il citazionismo estremo, e l’amore indiscusso che la telecamera ha per il protagonista delle scene d’azione nei film di Quentin Tarantino, Deadpool spoglia il mondo dei super eroi dal buonismo che tanto lo ha caratterizzato in questi anni,portando in scena un uomo che, al pari di Ant-Man, ha compiuto una scelta sbagliata e ne sta pagando le conseguenze. Si, perchè al contrario dei suoi colleghi super eroi, Wade resta un essere umano anche dopo la sua trasformazione in Deadpool, e lo dimostra chiaramente tutte le volte che si rifiuta di prendere parte alla missione degli X men. Deadpool è un uomo corroso dai rimorsi e dai rimpianti, un pazzo con super poteri alla ricerca di vendetta e della soluzione ai suoi problemi, Deadpool è tutto quello che ognuno di noi sarebbe nella sua situazione.
Irriverente e a tratti volgare, la pellicola trova il suo punto di forza comico nella rottura della quarta parete, e nei continui colloqui di Deadpool con il pubblico, di certo non abituato a vedere il protagonista di un film “auto-censurarsi”. Adatta decisamente ad un solo pubblico adulto, la pellicola dona allo spettatore 108 minuti di puro intrattenimento anche se, la molteplicità dei dialoghi affidati a Wade che, rivestendo il ruolo di protagonista e narratore della storia finisce per essere la voce predominante in tutto il film, rischia di stancare le orecchie più sensibili.
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