Disconnect. È un film. Ma soprattutto è il racconto e la rivisitazione di ciò che accade ogni giorno. È un film che coinvolge. Che fa riflettere. Che inquieta. Come solo la realtà o lo specchio (in cui puoi ritrovarti riflesso) può fare. Una società travolta dalla tecnologia, dai network, dalle chat, dalla finzione in cui ognuno può dare-cercare-ottenere-immaginare-illudersi di avere-perdere Niente e Tutto. In cui valori, sensibilità, tragedie e la stessa Vita umana si mischiano e si mettono a rischio. Un film di Henry Alex Rubin che non annovera nomi di grido, che come tutto il cinema indipendente risente su alcuni aspetti per quanto concerne la Forma. Ma è indubbiamente un film di SOSTANZA. In cui si intrecciano magistralmente “diverse storie” accomunate tutte dalla rete e dall’essere connessi, in cui sensibilità e tensione crescono con il progredire del film senza cadere in colpi di scena o retorica troppo hollywoodiana…ma che invece resta coi piedi per terra. Come la Vita. Un film che ogni genitore dovrebbe vedere. Ogni giovane e non, padre e madre dovrebbero vedere. Ognuno di Noi, uomini e donne da smartphone dovrebbe vedere. E fermarsi. Riflettere. E cogliere quello che è per Me il principale messaggio del film. DISCONNETTIAMOCI. Almeno un po. E fin quando saremo in tempo. … Voto 7
© RIPRODUZIONE RISERVATADisconnect: la recensione di MITICOMAURI
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