Lo sceneggiatore e regista Gennaro Nunziante ha la formula a suo dire perfetta per uno young adult nazionale: soldi e respiro europeo grazie alla Disney, idee e scrittura completamente italiane, con il successo della serie Alex & co. da sfruttare. Così nasce il film Come diventare grandi nonostante i genitori, ultima fatica di Luca Lucini firmata dall’autore delle commedie sbanca-botteghini con Checco Zalone, che ci mette del proprio esplorando il confronto genitori-figli, tema sinora mai affrontato nei suoi lavori.
Ecco che allora si estrapolano dal contesto televisivo i giovanissimi protagonisti della sopraccitata serie Disney Channel (da Federico Russo e Leonardo Cecchi) per farli approdare nel mondo più adulto del cinema. Alex e i suoi amici sono un piccolo gruppo che sogna solo di poter suonare in piena libertà creativa la propria musica, grande passione che li accomuna. Viene improvvisamente indetto un concorso nazionale per le scuole, che sceglierà la migliore band emergente tra quelle iscrittesi. La nuova preside del loro istituto (Margherita Buy) ha però idee agli antipodi rispetto ai ragazzi, se vogliamo retrograde e che tengono conto dell’insegnamento solo come puro valore didattico: a scuola, nella sostanza, si studia e basta. Assecondata così anche dalle manie dei genitori –chi è fissato con il calcio come Ninni Bruschetta e chi pensa solo al lavoro-, la donna sfrutterà la sua posizione per contrastare apertamente la passione del gruppo, che controbattendo cercherà in ogni modo di non lasciar morire questo grande sogno.
Come diventare grandi nonostante i genitori mitiga l’esuberanza degli attori della serie tv e risulta interessante soprattutto nella scrittura, a tratti molto intelligente, con pennellate drammatiche e contenente addirittura più di un plot twist inaspettato, opponendosi quindi alla leggerezza del tono che permea quasi nella sua interezza l’opera. Il paragone con titoli come School of Rock con lo scatenato Jack Black, la serie Glee e il capostipite High School Musical è però inevitabile, date anche le somiglianze in alcuni passaggi della storia (nonostante siano involontari, a detta di Nunziante). Sono tutti, comunque, elementi necessari per questo tipo di progetti, come la conquista della ragazza amata, il concertone sul finale e i sotterfugi per suonare insieme.
È una commedia teen, spensierata, ma godibile anche per i più grandi, obiettivo che la produzione ha preso come sfida personale non pubblicizzando il film come trasposizione di Alex & co. La presenza di Giovanna Mezzogiorno e Matthew Modine nel terzo atto aiuta infine a mettere tutti i pezzi al loro posto e a dare la spinta conclusiva alla storia, lasciando il pubblico con una riflessione importante e inattesa.
Mi piace: La scrittura di Nunziante, il contrasto generazionale e gli interessanti plot twist
Non mi piace: Il sapore di già visto e le inevitabili somiglianze con titoli di genere internazionali
Consigliato a chi: Ai più giovani, ancora sognatori. A chi riceve tanti No come risposta
Voto: 3/5
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