Batti il chiodo finchè è caldo! Sull’onda del successo degli Hunger Games cinematografici, ecco Divergent: il nuovo dystopian-movie tratto dall’avvincente opera letteraria di Veronica Roth. L’argomento, ormai sdoganato, si rivela sempre stuzzicante ed avvincente (una società divisa in ordini in grado di mantenere la pace e la stabilità in un mondo dilaniato da chissà quale guerra); complice una prima parte introduttiva ben strutturata dove i personaggi e le caste “politico-culturali” vengono adeguatamente descritte prospettandoci più che stimolanti sviluppi. Le scene di addestramento e di coraggio descrivono alla perfezione il movimento degli “Intrepidi”; fanno fremere e vibrare, risvegliando la voglia di ricominciare. Purtroppo nel secondo tempo il film inizia ad arrancare, inciampa e la costruzione risulta decisamente balbettante e “Rigida”, agganciandosi al soprannome della protagonista, la seppur incantevole Shailene Woodley che non riesce a tenere un passo convincente; partecipi sono un partner (l’istruttore Quattro) stereotipo del belloccio senza un vero ideale e una sceneggiatura insensata, bucata che manda al massacro i genitori di Tris e le prospettive di pensiero legate ai prossimi capitoli della saga. Occasione sprecata!
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