Dorme: la recensione di Francesca Romana Moretti
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Dorme: la recensione di Francesca Romana Moretti

Dorme: la recensione di Francesca Romana Moretti

Il lungometraggio che ha segnato l’esordio registico di Eros Puglielli, girato in VHS nel 1993, distribuito nel 2000 e ora tornato in sala grazie alle riscoperta di Distribuzione Indipendente, è un vero e proprio gioiello di sperimentazione. Il film racconta la storia di Ruggero, un diciottenne che viene lasciato dalla fidanzata, Anna, perché è troppo basso. Il ragazzo non si dà per vinto e continua a cercare di contattarla ma… “Anna dorme!”, è questa la risposta che continua a ricevere alle sue innumerevoli telefonate. Un giorno per riconquistarla decide allora, con l’aiuto dell’amico Michele, di attraversare il quartiere delle case popolari e affrontare i temibili Fratelli Riccio, uno psicopatico sdoppiato in due violenti gemelli.

Dorme è un caso di sperimentazione totale, dalle tecniche di ripresa all’utilizzo degli attori, passando per la sceneggiatura; ogni elemento, anche quelli aparentemente stonati, contribuisce a creare un prodotto finale armonico in cui ogni cosa è al suo posto. Le inquadrature deformanti,  le prospettive aberranti, le riprese in soggettiva, la fotografia bruciata e sovresposta e ancora l’assurdità dei dialoghi e dei personaggi,  sia dei protagonisti che delle comparse (uno su tutti “l’uomo delle mille lire”), sono indispensabili a creare la dimensione onirica e surreale che caratterizza il film.
Dorme
è un film divertente e scanzonato realizzato con la freschezza tipica di chi ha vent’anni e decide di muovere i primi passi verso il cinema senza porsi troppi problemi stilistici, dando vita a mondi irreali, luoghi che diventano non-luoghi e personaggi assurdi che possono permettersi di dire e fare di tutto.
Dorme
è un film grottesco e “straniante” che conduce il pubblico in una dimensione lontana in cui tutto quello che accade è tanto assurdo da essere reale. È così che, in questo mondo, Il Monaco 2, una sorta di guru con la parrucca che appare in seguito all’assunzione di una pillola e mostra a Ruggero il suo vero io riflesso in uno specchio con le sembianze di Mazinga Z, diventa non solo credibile ma persino rassicurante.

La dimensione onirica del film, tra l’altro, è  oggi ancora più incisiva grazie ad un involontario aspetto vintage assunto dalla pellicola: le cabine telefoniche, la R4, la benzina a 1500 lire, l’album di figurine di Beverly Hills, aumentano il senso di lontananza e di irrealtà che aiuta chi guarda a lasciarsi trasportare in questo mondo riconoscibile ma al contempo lontano e intangibile, proprio come quello dei sogni.

Guarda il trailer e leggi la trama del film

Mi piace: la freschezza del film

Non mi piace: in alcuni momenti lo spettatore si può ritrovare un po’ estraniato da una storia fin troppo sopra le righe

Consigliato a  chi: a chi ama i film grotteschi e surreali e non si fa troppe domande

Voto: 3/5

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