Quando un amico torna da un viaggio in Australia, di solito vi racconta tre cose: quasi tutti fanno surf; quasi tutti alle otto di sera sono ubriachi; quasi tutti, quando fa freddo, mettono il giubbino imbottito sopra i boxer e le infradito. Ecco, Drift – Cavalca l’onda è un’approssimazione cinematografica di questo mondo, di un certo modo di “sentire” la natura.
Racconta di due fratelli – i Kelly – che all’inizio degli anni ’70 si spostano dalla gigantesca Sydney, sulla costa est, a Perth, sulla costa ovest: più piccola e soprattutto molto più isolata. Qui, raggiunta la maggiore età, si inventano un’idea di business che cambierà non solo la loro vita, ma quella di un’intero sport: modificano la forma delle tavole da surf, le portano nella modernità. Realizzano modelli più lunghi, stretti e arrotondati, quindi più difficili da governare, ma anche più agili. L’attività nasce artigianale, è l’idea di Andy per tenere il fratello minore Jimmy fuori dai guai nei quali ama cacciarsi, ma pian piano trova la sua strada per diventare un ottimo affare. A ispirarli c’è JB, fotografo/filosofo/avventuriero (Sam Worthington), e l’amico Gus, bravissimo a tagliare il legno, ma anche a scegliersi male gli amici. E così tra feste, sparatorie, minacce e pestaggi, la loro storia si trasforma in una piccola epopea familiare, piena di sole, di onde e di principi da difendere.
Non inventa niente Drift, anche se le riprese delle cavalcate in mezzo alle onde, con le microcamere digitali attaccate alla tavole, sono molto belle e non così comuni. Offre un ritratto geografico, sociale, umano, e si offre di ospitarci lo spettatore. Mette sul piatto bei paesaggi, buoni attori e tanti cliché facili da riconoscere, che messi in fila fanno comunque un film. Estivo, classico, riposante.
Leggi la trama e guarda il trailer di Drift – Cavalca l’onda
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Storia classica, ben messa in scena
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Tanti cliché, forse un po’ troppi
Consigliato a chi
Cerca un film estivo, le onde enormi e i panorami straordinari dell’Australia
Voto: 3/5
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