VOTO: 9,7/10
L’anonimo protagonista di questa storia lavora come stuntman presso una casa cinematografica a Hollywood. Quando non è impegnato nel cinema lavora invece come pilota per i criminali, scortando i malviventi in rocambolesche fughe dalla polizia. Un giorno viene a vivere nel suo palazzo una donna, Irene, con suo figlio Benicio. Tra i due si instaura subito un tenero sentimento, che però non può essere vissuto per via del marito di lei, Standard, che si trova in prigione. Una sera, tornato a casa, il pilota hollywoodiano trova Standard ferito nel parcheggio, e questi gli rivela che due malavitosi lo avevano picchiato perché non aveva estinto il suo debito di protezione carceraria. Allora il pilota si offre di aiutarlo a svaligiare un banco dei pegni per saldare il debito e farlo tornare a vivere sereno. La rapina però va storta e Standard viene ucciso. Il pilota sarà allora costretto ad una fuga dalla malavita che lo condurrà in una terribile spirale di morte.
Diretto, da Nicolas Winding Refn, Drive ha portato alla luce la bravura del regista danese mettendolo sotto i riflettori della scena cinematografica mondiale.
Protagonista di questa storia è la figura del pilota, interpretato da Ryan Gosling, che con eccellente bravura dona carisma al protagonista. Una bellissima Carey Mulligan interpreta Irene, la donna amata dal pilota. Concludono il cast Bryan Cranston, nei panni di Shannon, il procacciatore di affari del pilota, Ron Perlman e Albert Brooks, rispettivamente nei panni di Nino e Bernie, due malavitosi.
Storia dai ritmi serrati e dalla violenza sfrenata, Drive, tratto dall’omonimo romanzo di James Sallis, introduce un nuovo genere di film, un genere targato Refn, in cui gli sguardi valgono più di mille parole.
Dovessi elencare i pro del film non smetterei mai di scrivere. Concentrandoci sulle cose basilari, vanno lodate sia l’interpretazione di Ryan Gosling che la perfezione con la quale il suo personaggio è stato creato. Innanzitutto, il renderlo anonimo lo rende quasi un supereroe. Non ha un nome, non ha una famiglia, non ha niente. Ha soltanto un sentimento per Irene, il quale si trasforma in una terribile furia cieca quando questa viene presa di mira dai criminali malavitosi. Il vestiario del pilota: un paio di jeans, un martello come arma, un paio di guanti da pilota e un giubbotto bianco con uno scorpione sulla schiena. Quest’ultimo elemento è forse il più fondamentale a livello estetico per la descrizione del protagonista. Un giubbotto bianco, candido, che nel corso della storia si fa sempre più rosso sangue.
Per quanto riguarda invece le scene stilistiche del film hanno un occhio di riguardo la grafica e la colonna sonora. La grafica ha prediletto il rosa come colore principale del film, basti guardare i titoli di testa e quelli di coda, tutti caratterizzati dal rosa, quasi come l’insegna al neon di un locale. Per non parlare poi della colonna sonora, scritta in parte da Cliff Martinez e con brani di artisti del calibro di Kavinsky, Riz Ortolani e dei Chromatics.
Un film di qualità, che ha guadagnato moltissimo malgrado il budget ridotto. Un film che ha lanciato Ryan Gosling nel panorama dei grandi attori hollywoodiani.
Detto questo mi sento di consigliarlo a chi ama il cinema di qualità e a chi vuole farsi una cultura su Nicolas Winding Refn, regista d’alto calibro che con questo film ha messo il punto ai suoi grandi sperimentalismi cinematografici e che finalmente ha trovato la sua strada per essere uno dei migliori registi di sempre.
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