I soggetti migliori si raccontano in una frase. Prendete È nata una star?, il settimo film di Lucio Pellegrini (Figli delle stelle): parla di Lucia (Luciana Littizzetto) e Fausto (Rocco Papaleo), coppia molto normale della periferia torinese che viene in possesso di un film porno nel quale recita il figlio Marco (Pietro Castellitto), diciannove anni e poca voglia di fare. Tutto qui: un elemento di squilibrio in una famiglia perfettamente equilibrata, una piccola grande goccia che fa traboccare il vaso di un quieto vivere anonimo e piccoloborghese, le conseguenze della scoperta che (s)travolgono una routine collaudata.
I soggetti migliori, poi, sconfiggono qualsiasi pregiudizio. Quello secondo cui parlare di sesso in un film equivale a scadere nella volgarità e ad abbondare in doppi sensi e situazioni pecorecce. Quello secondo cui la commedia in Italia deve necessariamente essere sopra le righe, caciarona, urlata. Quello secondo cui un film con Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo non può che finire con il diventare una delle infinite variazioni sul tema del cinepanettone.
È nata una star?, insomma, è un buon film, con punte di eccellenza. Si ride, perché il pretesto del filmino porno genera naturalmente un portato di equivoci e situazioni grottesche irresistibili. Ancora più spesso si sorride e ci si scalda il cuore, perché non è difficile riconoscere uno dei propri genitori (o figli) nelle manie e nei rituali di Lucia e Fausto, perché il film è piccolo non solo nel budget ma anche nelle ambizioni, preservando in questo modo una dimensione domestica che facilita l’immersione.
Si riflette, anche: È nata una star? è soprattutto un film sull’incomunicabilità quotidiana, che sfrutta una situazione straordinaria per mettere in scena l’ordinaria assenza di dialogo che piaga molte famiglie.
Non tutto è perfetto, comunque. Il suo difetto principale è quello di molte “commedie garbate all’italiana”: la mancanza di regia. Più che girare, Lucio Pellegrini accompagna i suoi attori di scena in scena, facendo gravare il film sulle loro spalle e sulle loro interpretazioni. Il risultato è che nelle inevitabili sequenze di passaggio, in cui manca una battuta brillante o una situazione comica, si avverte un calo di ritmo e tensione – contrariamente alle migliori commedie inglesi, alle quali il film non nasconde di ispirarsi. Una nota di biasimo per la colonna sonora, cantautorato italiano un po’ anonimo che nulla aggiunge all’atmosfera del film.
Poco male: siamo disposti a perdonare difetti più o meno veniali a fronte di una commedia come È nata una star, leggera ma non vacua, recitata con misura e passione, ricca di spunti di riflessione pur nella sua semplicità. A modo suo è un unicum, e meriterebbe di venire premiato.
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Mi piace
Il gusto e la delicatezza con cui si racconta un tema come l’incomunicabilità tra genitori e figli. La scelta di spostare l’attenzione dal sesso ai rapporti umani, schivando ogni volgarità.
Non mi piace
Qualche calo di ritmo. La colonna sonora anonima.
Consigliato a chi
Ha voglia di mettere da parte i pregiudizi sul cinema italiano e di godersi una commedia delicata e “all’inglese”, con più cose da dire di quel che potrebbe sembrare a un primo sguardo.
Voto: 3/5
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