La versione action di Ricomincio da capo: Edge of Tomorrow è un caso raro di sci-fi non brandizzato che punta tutto sulla scrittura. Ricorda in questo Snowpiercer, ma sostituisce alla metafora politica quella del gaming (combatti, muori, ricomincia, fino a che non trovi il trucco per proseguire), alleggerendosi di sottotesti, tono e pretese. Tratto da una light novel giapponese – sostanzialmente un romanzo illustrato – racconta le molte vite del tenente William Cage (Tom Cruise), funzionario militare che si occupa di comunicazione con i media e ha il torto di far arrabbiare un generale dell’esercito, finendo suo malgrado al fronte, dove l’umanità combatte una guerra senza speranza con la razza aliena dei mimic (polipi meccanici che ricordano un po’ le Sentinelle di Matrix). Ucciso già il primo giorno di combattimento, Cage si risveglia ventiquattro ore prima, trovandosi a vivere di nuovo la stessa giornata. E così via. Comincerà a chiarirsi le idee quando farà la conoscenza del supersoldato Rita Vrataski (Emily Blunt), passata qualche tempo prima attraverso la stessa esperienza.
È chiaro che un film tutto di struttura come questo, obbligato a ripetersi per esigenze di copione, ha il doppio problema di mantenersi leggibile senza diventare monotono. E qui si compie il prodigio, uno di quei prodigi che con i blockbuster accadono sempre meno: la sceneggiatura di Christopher McQuarrie (I soliti sospetti) sembra essere miracolosamente arrivata indenne alla fine delle varie riscritture, mantenendo non solo coerenza interna e un invidiabile equilibrio tra humour e thriller, ma concedendosi anche un certo numero di raffinatezze. La più interessante delle quali è il cambio del punto di vista con cui lo spettatore osserva Cage e Rita: all’inizio Cage è sempre in ritardo sulle informazioni, e noi con lui, perché non capisce/conosce ancora quanto sta accadendo; poi, scoperto il meccanismo, sorpassa in consapevolezza Rita, e noi ci ritroviamo di nuovo in ritardo, assieme a lei. La scelta è di non mostrare per buona parte del secondo atto, quella del viaggio, gli eventi la prima volta che accadono, ma le volte successive, esplicitando l’avvenuta intimità tra i due protagonisti e l’evoluzione del loro percorso a posteriori, attraverso pochi e ben scritti pezzi di dialogo.
Doug Liman e il montatore James Herbert fanno la stessa cosa, tagliando e cucendo in modo da mostrare sempre il minimo, non sottolineando i fatti in un film in cui tutto poteva essere sottolineato, e lasciando qualche sequenza superflua a livello di impalcatura solo per renderlo più brillante (d’altra parte che Tom Cruise abbia grandi doti da attore comico non lo scopriamo oggi). Ne escono due ore altamente spettacolari, un piacevole rompicapo e belle gag, con una fenomenale Emily Blunt, la cui presenza scenica – fisico tiratissimo – alza di un altro punto l’interesse dell’operazione.
Con il citato Snowpiercer, la migliore sci-fi ad alto budget di questi anni.
Leggi la trama e guarda il trailer
Mi piace
La struttura del film, propria di un cinema videoludico spettacolare, divertente e mai monotono.
Non mi piace
Giusto per trovare il pelo nell’uovo, alcune sequenze peccano un po’ di superficialità.
Consigliato a chi
Cerca un mix perfetto tra la sci-fi più classica, videogame e commedia.
Voto: 4/5
© RIPRODUZIONE RISERVATA