Edison - L'uomo che illuminò il mondo, la recensione
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Edison – L’uomo che illuminò il mondo, la recensione

Arriva nelle sale il biopic con Benedict Cumberbatch

Edison – L’uomo che illuminò il mondo, la recensione

Arriva nelle sale il biopic con Benedict Cumberbatch

Edison - L'uomo che illuminò il mondo
PANORAMICA
Regia (2.5)
Interpretazioni (3.5)
Sceneggiatura (2.5)
Fotografia (3)
Montaggio (3.5)
Colonna sonora (3)

Sostenuto da J.P. Morgan, Thomas Alva Edison (Benedict Cumberbatch) abbaglia il mondo illuminando Manhattan, ma George Westinghouse (Michael Shannon), aiutato da Nikola Tesla (Nicholas Hoult), individua alcuni pesanti difetti nel sistema a corrente continua messo a punto da Edison. Westinghouse e Tesla si pongono in competizione con quest’ultimo, puntando tutte le loro risorse intellettuali sul sistema a corrente alternata: una scelta rischiosa e pericolosa.

Edison – L’uomo che illuminò il mondo è uno dei progetti finiti in un cono d’ombra dopo lo scandalo sessuale che ha investito il produttore statunitense Harvey Weinstein. Arrivato nelle sale a due anni di di distanza dal suo passaggio al Toronto Film Festival e rimontato grazie all’apporto del produttore Martin Scorsese, il film ricostruisce il duello campale e manco a dirlo elettrico che mise l’uno contro l’altro due tra i più grandi inventori dell’era industriale. Uno scontro ben evidenziato dal titolo originale, The Current War (“la guerra della corrente”), destinato a mutare radicalmente il rapporto dell’umanità con le fonti di energia elettrica.

Il regista Alfonso Gomez-Rejon, già dietro la macchina da presa per il delizioso e stralunato film indipendente Quel fantastico peggior anno della mia vita del 2015, si cimenta questa volta con una messa in scena controllata e tradizionale da biopic classico, che trova nella giustapposizione di diverse voci e personaggi, tutti macroscopici e influenti, la sua maggior dose d’interesse. Siamo alla fine dell’Ottocento, con Edison e Westinghouse intenti a battagliare selvaggiamente per il possesso dello sfruttamento commerciale dell’energia elettrica, e le dinamiche delle loro interazioni ravvicinate e a distanza riproducono da vicino quei risvolti bellici che di lì a poco segneranno in profondità la storia del XXI secolo.

L’approccio del prodotto è corale e dialogico, procede per quadri e frammenti, digressioni e lampi: la sceneggiatura firmata dal drammaturgo Michael Mitnick (Sex Lives of Our Parents) è evidentemente passata attraverso molte stesure e il lavorio delle diverse versioni è visibile anche al cospetto del risultato finito. Che tuttavia, pur senza risultare elettrizzante come le premesse avrebbero potuto suggerire, riesce a intavolare una buona quantità di fascinazione grazie alla potenza dell’immaginario che i fautori della vicenda si portano dietro. Dall’Edison di Cumberbatch, animato da manie di grandezza e bisognoso di chissà quante vite in più per realizzare tutti i progetti che gli balenavano nella testa (12, a suo dire), al più ruvido, grave e sfaccettato Westinghouse del sempre ottimo Shannon, passando per il Tesla di Nicholas Hoult, apparentemente la figura più in ombra ma di sicuro non la meno decisiva.

Sullo sfondo, trattandosi pur sempre della storia dell’inventore della lampadina elettrica, meglio nota all’epoca come “lampada a escandescenza”, c’è naturalmente l’insorgere della nozione novecentesca di luce e dunque anche la nascita del cinema, alla cui genesi Edison è strettamente legato e che sarebbe arrivato ufficialmente “solo” quindici anni dopo rispetto all’anno d’ambientazione del film (il 1880). Pur senza entrare nel merito di questo passaggio, per ovvie esigenze di sintesi, L’uomo che illuminò il mondo intercetta senza dubbio quel clima culturale, ponendo Edison, ideatore del kinetoscopio, antenato del grande schermo, faccia a faccia con la luce abbagliante e con quella sintesi di immagini e suoni che lui stesso provò a elaborare.

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