Effetti collaterali: la recensione di Giorgio Viaro
telegram

Effetti collaterali: la recensione di Giorgio Viaro

Effetti collaterali: la recensione di Giorgio Viaro

Emily (Rooney Mara) riabbraccia il marito (Channing Tatum) che ha appena scontato quattro anni di prigione. Dovrebbe essere contenta e invece cade vittima di una depressione profonda: prima tenta di suicidarsi in auto, poi ci riprova in metropolitana. A prendersi cura di lei interviene il dottor Jonathan Banks (Jude Law), psicoterapeuta di un importante studio invischiato in rapporti a doppio fondo con le agenzie farmaceutiche. Le pastiglie che prescrive a Emily per tenere sotto controllo il suo disagio hanno – come da titolo – effetti collaterali imprevisti: mancanza d’appetito, insonnia. Poi anche peggio. Banks si rivolge allora alla precedente terapeuta della ragazza, Victoria Siebert (Catherine Zeta-Jones), ma più scava nel passato, e peggiore diventa la situazione…

Soderbergh versione indie (NON quello di Ocean’s Eleven e The Informant!, per capirsi), in attesa della pausa professionale lungamente annunciata (ma c’è ancora in arrivo Behind the Candelabra, a Cannes), continua a rifare i generi in digitale, con la formula messa a punto negli ultimi anni da The Girfriend’s Experience a Knockout, passando per Contagion: scenografie scarne, attori in gamba, e un uso minimo indispensabile dei trucchi fotografici. Questo thrillerino sulle case farmaceutiche che per metà sembra un film di denuncia e poi diventa tutta un’altra cosa, non aggiunge neanche una virgola alla storia sua e del cinema, ma nemmeno dispiacerà a chi entra in sala in cerca di buone trame e sceneggiature che filano (pure troppo: il colpo di scena è elementare). Che posto e senso abbia oggi – 1 maggio 2013 – nel mercato della fiction, non è chiarissimo (e infatti gli incassi oltreoceano…), e forse Soderbergh fa bene a prendersela una pausa. Ma sono più che altro pippe da critici.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
Storia che fila, attori bravi

Non mi piace
Niente per cui alzare un sopracciglio. E i più scafati capiranno tutto dopo nemmeno metà film

Consigliato a chi
Cerca un thriller tradizionale e non troppo impegnativo

Voto: 3/5

© RIPRODUZIONE RISERVATA