Effetti Collaterali: la recensione di Matelda Giachi
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Effetti Collaterali: la recensione di Matelda Giachi

Effetti Collaterali: la recensione di Matelda Giachi

In farmacologia, definiamo come “collaterali”, quegli effetti, tossici e non, diversi dall’azione primaria del farmaco, dovuti all’interazione della molecola in questione con altre strutture oltre al proprio bersaglio.
Quando poi si entra nell’ambito dei farmaci che vanno ad agire sul sistema nervoso centrale la situazione diviene ulteriormente intricata, perché il cervello è un organo estremamente complesso, le sue patologie difficili da studiare. Ogni intervento su di esso può portare a risvolti inaspettati.
Effetti collaterali possono però anche essere le conseguenze impreviste dell’agire umano.
Il regista ci parlerà di entrambi.

Il nuovo film di Steven Soderbergh (il tipo di “Erin Brockovich” e di “Ocean’s eleven” e seguiti, per intendersi), è un thriller dal retrogusto vagamente hitchcockiano piuttosto riuscito, anche se, purtroppo, non in maniera completa.

Ogni accenno alla trama toglierebbe gusto alla visione, perciò basti sapere che è incentrato su di un farmaco antidepressivo presunto miracoloso, battezzato Ablixa, e che il fine della narrazione è quello di scoprire quale sia stato il suo ruolo nello sconvolgimento delle vite di Emily (Rooney Mara), ragazza con problemi di depressione, il marito Martin (Channing Tatum), appena uscito di prigione, e i due terapeuti, il dottor Banks (Jude Law) e la dottoressa Siebert (Catherine Zeta-Jones).

Salvo qualche minuto un po’ più lento, il film, scorre bene e mantiene viva l’attenzione, soprattutto grazie ad un equilibrato e graduale rivelarsi dei dettagli.
Ho personalmente eseguito la prova del “profondo sonno”, recandomi allo spettacolo delle 22.30 in una di quelle sere in cui già alle 20.45 saresti pronto a gettarti tra le braccia di Morfeo a volo d’angelo, con tanto di presa alla Dirty Dancing.
Ma rimettiamo Baby nel suo angolo e torniamo al film.
Coinvolgente, come stavo dicendo, la tensione, sempre presente, è però contenuta a livello tale da risultare sopportabile anche per gli animi fragili e sensibili, perfino nei momenti clou della vicenda.
Si poteva e doveva osare di più.

Jude Law, con i suoi quarant’anni e un po’ di borse sotto gli occhi, rimane uno gnoccone di prima categoria, tra i migliori del panorama hollywoodiano (diciamo pure, ahinoi, planetario. Ne dovrebbero stampare di più, non eravamo travolti dalla globalizzazione? Ne voglio uno per il mio compleanno!).
Ma soprattutto è il punto di forza interpretativo del film che, col susseguirsi dei minuti, si appoggia in gran parte sulle sue spalle, a causa del ruolo di eroe della situazione che gli viene affidato.
Attenzione, eroe non nel senso di buono e bravo (bello si, lo abbiamo già detto), ma di personaggio dotato di intelligenza brillante e forza di carattere, che non si lascia trascinare dagli eventi ma sa riprendere in mano la propria vita anche quando questa è stata totalmente travolta.
Sua ottima spalla Rooney Mara, abituata ai ruoli difficili che richiedono una forte espressività.
Dopo “Magic Mike”, Soderbergh è rimasto affezionato a Channing Tatum, che però a questo giro si rivela piuttosto insignificante, forse a causa anche del ruolo marginale?
Anche Catherine Zeta-Jones non brilla. Le va riconosciuto che, nonostante la rilevanza del suo ruolo, questo è stato veramente poco caratterizzato. Altra pecca importante che si affianca al poco ardire nell’uso della tensione.

Troppi difetti per entrare nella famiglia dei capolavori, ma da vedere, soprattutto perché c’è il rischio possa essere l’ultimo film a portare la firma del suo regista.
Uno strano morbo si sta diffondendo a Hollywood: dopo Leonardo Di Caprio e Ryan Gosling che hanno dichiarato di volersi prendere una pausa dalla recitazione, pare sia la volta di Soderbergh per la regia.
Di questo passo, tremo all’idea di ritrovarmi in balia dei soli Pattinson e Stewart diretti dal regista di Beautiful, come unici sopravvissuti del mondo del cinema.

Voto? Uhm. 3,5 stelline? Un 7.5 in una scala da 1 a 10.

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