Ender's Game: la recensione di ACINIdiCINEMA
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Ender’s Game: la recensione di ACINIdiCINEMA

Ender’s Game: la recensione di ACINIdiCINEMA

VOTO: Usiamolo un insetticida
Mi sorge spontanea una domanda: esiste un modo per uccidere un alieno che non sia autodistruggersi a mo’ di kamikaze dentro la nave madre/nave maestra/ape regina con un aereo caccia? Un’altra domanda: perché gli alieni hanno spesso forme standard o assomigliano ad insetti (non quelli di The Host è vero…ma le cagate pazzesche non contano)? E dato che ci siamo: com’è possibile che nei ristoranti sushi, al momento di pagare in cassa, sappiano già a quale tavolo fossi senza che tu dica nulla?! Sono i misteri della vita, nonché le domande che mi sono fatto dopo la classica serata cena/cinema. Il film in questione: Ender’s Game.In un futuro non meglio precisato, Ender Wiggins (Hugo Cabret, Il Bambino con il Pigiama a Righe) è un ragazzo prodigio di dodici anni, il suo talento? La strategia. Riesce in pochi secondi a valutare tutte le alternative possibili e scegliere la migliore (il tipo di passeggero che vorresti avere sempre in macchina a Milano, altro che Tom Tom). Ender ha il privilegio di essere selezionato per l’inaccessibile Battle School, un luogo dove i ragazzi vengono preparati severamente alla guerra contro una forza aliena che già in passato tentò di distruggere la terra, gli Scorpioni. I giovani soldati devono essere pronti a tutto, o almeno così la pensa l’inamovibile Colonnello Graff (Harrison Ford – lo accreditiamo come Star Wars VII, di buon auspicio), convinto dell’enorme potenziale di leader strategico racchiuso in Ender.
Come si evince (erano sei mesi che tentavo di usare questa parola colta) dalle domande in alto, nei primi minuti del film ho avuto come l’impressione di vedere il trittico aliene-americani-spazio fatto con lo stampino usurato da Roland Emmerich del 1996 (Independence Day) e detto tra noi, quest’anno avevo già fatto il pieno di spazio tra i vari belli e brutti Oblivion, After Earth, Into Darkness e Gravity). Invece Ender’s Game (dove gli eighties si vedono di brutto – tratto da un libro di Orson Scott Card del 1985) mi ha intrippato alla grande. Nel mondo rappresentato dal regista Gavin Hood (X-Men Le Origini: Wolverine) le nascite sono controllate come in Cina (odio dar loro ragione, ma penso sarà una necessità che si estenderà a tutto il mondo tra qualche anno a meno che non si decida di soppalcare la pianura padana) e i piccoli brufoli viventi dell’accademia della guerra vengono istruiti a suon di videogames e giochi interattivi (se fosse cosi nella realtà sai quanti arruolati? Sicuramente tutti i visitatori del Lucca Comics & Games).Passati un po’ in secondo piano i bacarozzi da castagne che minacciano la terra (il mondo alieno ricorda quello di Starship Troopers – Paul Verhoeven, 1997) quello che affascina del “Gioco di Ender” è la forte pressione psicologica che traspare da un addestramento duro alla Full Metal Jacket, dormitori cupi e spersonalizzati come in The Experiment (Oliver Hirschbiegel, 2001) e atmosfere gelide. Il tutto però viene stemperato da una struttura scolastica militare in puro stile Harry Potter, un gioco che ricorda il Quidditch e squadre che da Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero diventano Drago, Condor, Coniglio e Centopiedi (praticamente hanno preso gli animali rimasti). A tenere la scena per tutta le 2 ore del film c’è un Asa Butterfield impeccabile, malinconico, misantropo ed antipatico al punto giusto (e’il classico che ti lascia vincere per pietà perché ha un QI 3 volte il tuo e conosce gli indovinelli ancora prima che questi vengano formulati). Butterfield rende perfettamente l’idea del genio incompreso, è il più bravo a fare qualcosa ma fatica ad accettarlo per paura di essere un emarginato, è un diverso.Ender’s Game va ben oltre le sparatorie nello spazio e la lotta esseri umani ed alieni, ed è questo che lo rende interessante. Suggerisce riflessioni sulla guerra, sullo sfruttamento minorile e sulla disuguaglianza ma nulla toglie che voi possiate vederci come me un Potter che spara a dei vermacci volanti (capra capra capra). Nel cast anche Ben Kingsley (Gandhi, Hugo Cabret) in versione All Blacks. Ka mate? Ka mate? Ka Ora! Ka Ora!

COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)

-La posizione da riposo militare (spaziale) è la stessa dei vecchi che fissano i lavori al cantiere

-Si può andare contro natura per il bene ultimo

-Crea una terza opzione

-I tatuaggi maori in faccia servono per ricordare il passato

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