Endless, la recensione del teen movie di Scott Speer
telegram

Endless, la recensione del teen movie di Scott Speer

Endless, la recensione del teen movie di Scott Speer

PANORAMICA
Regia (2.5)
Sceneggiatura (3)
Montaggio (3)
Fotografia (3.5)
Colonna sonora (3.5)

A metà tra Ghost e Twilight (precisamente il secondo capitolo, New Moon, ma senza vampiri): si potrebbe descrivere così Endless, il teen drama sovrannaturale in arrivo al cinema il 23 settembre dopo l’anteprima a #Giffoni50.

La storia d’amore tra Riley (Alexandra Shipp) e Chris (Nicholas Hamilton) parte da premesse simili a molti rapporti basati sulla regola degli opposti che si attraggono: sono diversi per etnia, estrazione sociale e istruzione, ma sembrano completarsi e vivono le emozioni tipiche del primo amore, quello assoluto e adolescenziale pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo.

In un incidente stradale che coinvolge entrambi, il ragazzo perde la vita e la fidanzata, che invece subisce solo alcune ferite lievi, si ritrova alle prese con un disturbo da stress post-traumatico, con attacchi di panico e quelle che pensa essere delle visioni del fidanzato. Invece, come realizzerà poco dopo, la sua presenza non è frutto dell’immaginazione, ma tangibile e dovuta allo stato di limbo in cui lui si trova, intrappolato tra due dimensioni con un mentore sbruffoncello e misterioso.

La situazione, tutt’altro che facile da comprendere, inizia a sfuggirle di mano e tra rimorsi, rimpianti e ossessioni, si trasforma in una specie di thriller tratteggiato (letteralmente) a tinte forti, grazie al talento d’artista di lei. Riley ha il dono d’imprimere sulla pagina la luce e le tenebre che la avvolgono allo stesso tempo.

Una favola romantica, dove però il dolore riesce ad offuscare tutto il resto e ad annebbiare la realtà. Per la protagonista la situazione si trasforma in un viaggio inatteso alla scoperta di se stessa, delle proprie ambizioni e dei desideri a lungo nascosti in un angolino dell’anima.

Un po’ romanzo di formazione e un po’ dramma psicologico, il racconto procede con un ritmo a volte discontinuo e sincopato, con qualche strappo nella narrazione e qualche compiacimento di troppo da parte del regista Scott Speer (Il sole a mezzanotte): piccoli difetti che non rovinano però l’insieme. Angosciante (ma non troppo), coinvolgente (al punto giusto) ed emozionante, riporta al cinema i giovanissimi e questo già da solo è un punto di forza da non sottovalutare, soprattutto di questi tempi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA