Fire Squad - Incubo di fuoco
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Fire Squad – Incubo di fuoco

Un episodio di grande, ordinario eroismo americano. Nel cast Josh Brolin, Jeff Bridges e Jennifer Connelly

Fire Squad – Incubo di fuoco

Un episodio di grande, ordinario eroismo americano. Nel cast Josh Brolin, Jeff Bridges e Jennifer Connelly

Fire Squad, la recensione
PANORAMICA
Regia (3)
Interpretazioni (3)
Sceneggiatura (3)
Fotografia (3)
Montaggio (3.5)
Colonna sonora (3.5)
Effetti speciali (3.5)

Basato sulla storia vera della Granite Mountain Hot Shots Crew, Fire Squad – Incubo di fuoco è incentrato su un’unità locale di pompieri che affrontarono i rischi del loro lavoro con ardore e coraggio, cadendo nell’incendio di Yarnell Hill del 28 giugno 2013. Una pagina di eroismo americano che incontra il sudore e la fatica di uomini abituati a onorare la loro missione, senza cullarsi sugli allori, senza pensare alle conseguenze.

Il film di Joseph Kosinski, regista diventato il braccio di fiducia di Tom Cruise (dopo Oblivion è al timone al fianco della star anche in Top Gun: Maverick, sequel dell’indimenticato cult anni ’80: non un cosa da poco) è un’operazione in tutto e per tutto classica, soprattutto per il modo in cui decide di dare risalto a una storia di ordinaria resistenza alla catastrofe, che poi è anche la quintessenza dell’identità americana.

Una cultura, quella a stelle e strisce, in cui l’eccezionalità dell’intervento umano incontra con naturalezza (e inevitabile, incorporata retorica), il senso delle istituzioni, il sentimento della collettività, l’amor di famiglia e di patria. Il tutto, naturalmente, anche secondo incursioni casuali e accidentali. Perché laddove l’ordinarietà grigia e anonima la fa da padrone, si sa, abbondano gli spiragli polverosi per far filtrare la luce del martirio, la fiamma inossidabile del coraggio.

Divisi tra durezza e disillusione, echi camerateschi e personalità tutt’altro che pacificate, questi uomini scissi tra famiglia ed esercito riescono a sublimare tutti i loro fantasmi attraverso un gesto in grado di inscriverli nel grande libro dell’epica dei common men. Only the brave, recita non a caso il titolo originale, monito ardimentoso che nella sua semplicità tradisce l’impianto etico e morale del film, le sue implicazioni sociali, il messaggio che intende veicolare.

Cinema medio ma accorato e pulsante, solido e muscolare, irreprensibile e inattaccabile nella sua nitida, celebrativa commozione, Fire Squad – Incubo di fuoco, oltre che sul mestiere ormai collaudato di chi sta dietro la macchina da presa, poggia tutto sul carisma smozzicato degli interpreti: la chimica, anche sessuale, tra il personaggio di John Brolin e quello di Jennifer Connelly è palpabile, ma anche Jeff Bridges è estremamente a suo agio nell’ennesimo ruolo da mentore dalla smorfia stanca e ironica e dal caracollante piglio country.

Ruoli così fanno del protagonista de Il grande Lebowski una delle ultime, grandi maschere letterarie del cinema americano tutto, la cui presenza di film in film da molto tempo a questa parte delinea una traiettoria che è impossibile non rilevare e che ormai prescinde anche dalle singole opere.

In questo caso, come in tanta importante tradizione romanzesca a stelle e strisce, il motivo dominante è però il fuoco, a cominciare dall’orso in fiamme, spauracchio ricorrente, per arrivare ai tanti, spettacolari plongée: inquadrature dall’alto in cui allo spettatore è concesso annusare il pericolo, anche inebriante, dell’autocombustione.

Altro leitmotiv, a ben vedere, di questo granitico film dal piglio rock oltre che incendiario, che non a caso snocciola in colonna sonora brani che più classici non si può come It’s a Long Way to the Top (If You Wanna Rock ‘n’ Roll) degli AC/DC e Even Flow dei Pearl Jam.

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