L’è-zioso, toccante ma parti anatomiche più basse di cuor’e panza, ricorda “Philadelphia” (1993) di Demme per la sua ostinazione a mandar’alla ribalta “protagonisti per caso” con interpreti & ruoli finalizzati all’Oscar e al “feel good movie” però da cinema serioso se non proprio impegnato. Frears come c’ha abituato a farsi conoscer’e apprezzare (esclusa la parentesi hornbyana). Non rientro nel parterre dei suoi estimatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATAFlorence: la recensione di Mauro Lanari
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