From Ground Zero, la Recensione del film collettivo dei filmmaker di Gaza da Torino Film Festival
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From Ground Zero, la Recensione del film collettivo dei filmmaker di Gaza da Torino Film Festival

In attesa di scoprire se questo straordinario film collettivo entrerà nella cinquina dei candidati all'Oscar come Miglior Documentario, ecco le nostre impressioni e emozioni "a caldo" dopo l'anteprima torinese

From Ground Zero, la Recensione del film collettivo dei filmmaker di Gaza da Torino Film Festival

In attesa di scoprire se questo straordinario film collettivo entrerà nella cinquina dei candidati all'Oscar come Miglior Documentario, ecco le nostre impressioni e emozioni "a caldo" dopo l'anteprima torinese

From Ground Zero
PANORAMICA
Regia
Montaggio
Colonna Sonora
Fotografia

*EDIT: Dopo l’anteprima di Torino Film Festival è stato annunciato che From Ground Zero è entrato ufficialmente nella shortlist degli Oscar 2025 per la categoria Miglior Film Documentario. Questa sorprendente opera collettiva, unica nel suo genere, può contare ora anche sul pubblico sostegno del suo più celebre produttore esecutivo, Michael Moore, probabilmente il più famoso nel mondo tra i registi statunitensi che abbiano incentrato la loro carriera (e la loro intera esistenza) sulla Cinematografia del Reale. Michael Moore si sta occupando attivamente della campagna in vista dei prossimi Academy Award nonché di una possibile distribuzione nei cinema americani, mentre la cinquina definitiva dei documentari in corsa sarà annunciata il prossimo 19 gennaio. E anche per quanto riguarda l’Italia, speriamo di potervi comunicare presto una data di uscita in sala.

Per descrivere From Ground Zero partiamo anzitutto da una serie di informazioni essenziali. Dati grezzi, che pure raccontano meglio di qualunque osservazione o speculazione critica questo film, capace di essere al contempo un’opera fortemente sperimentale e un documento storico della portata tanto indiscutibile quanto straordinaria. From Ground Zero non è infatti semplicemente un film documentario ma un progetto che raccoglie 22 cortometraggi realizzati dai registi di Gaza, lanciato e promosso dal loro principale e più attivo esponente, il regista palestinese Rashid Masharawi. L’iniziativa ha preso corpo e vita nel terrificante contesto del nuovo conflitto con Israele, scoppiato dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023. Questo film collettivo nasce così cortometraggio dopo cortometraggio con l’obiettivo di offrire ai giovani filmmaker di Gaza la possibilità di esprimersi attraverso il proprio lavoro. Ogni mini film, dalla durata compresa tra i tre e i sei minuti, presenterà quindi un punto di vista del tutto originale sulla realtà della Striscia di Gaza, e sulle esperienze di vita della sua popolazione, rappresentando in egual misura la tragedia dei bombardamenti e lo spirito di sopravvivenza di un popolo. Nell’anima del film collettivo si mescolano in questo modo generi diversi, senza preclusioni di sorta, spaziando dalla fiction al documentario in senso stretto, dall’animazione al cinema sperimentale. E il risultato è un un viaggio imprevedibile e eclettico attraverso una varietà di storie, pronte a restituire insieme il dolore, la gioia e la speranza che animano questa terra. Oltre naturalmente a testimoniare agli occhi del mondo la vitalità della sua scena artistica, pronta a resistere e reagire alle terribili condizioni in cui ciascuno di questi registi –  uomini e donne di ogni età, filmmaker esperti oppure giovanissimi esordienti, armati solo di uno smartphone – si sono trovati a operare.

In molti casi, si tratta per altro di una testimonianza estrema. Letteralmente della ultima traccia che queste persone hanno scelto di imprimere e consegnare al mondo. Prima di assistere all’anteprima di Torino Film Festival, infatti, scopriamo infatti che alcuni tra gli autori e le autrici dei 22 cortometraggi che compongono From Ground Zero nel frattempo hanno perso la vita. E forse per questo, sceglieremo di astenerci da ogni genere di analisi, già che di fronte al valore storico, umano e politico di questo film collettivo ogni eventuale idea di “recensione” appare irrimediabilmente vuota, influente o perfino sterile. Quello che resta, piuttosto, è la voglia di descrivere semplicemente le immagini che abbiamo visto scorrere sul grande schermo. Dal primo corto, Selfie e il suo inequivocabile messaggio, tanto chiaro che non lascia spazio alle elucubrazioni: “La vita è bella e la guerra è orribile”. O magari al messaggio affidato alla macchina da presa dal regista palestinese Ahmed Hassouna nel terzo capitolo del film, Sorry Cinema. La sua carriera, il suo sogno di essere un autore di cinema di fiction e concorrere con le sue opere ai più grandi Festival internazionali ha lasciato spazio a quella che lui definisce come una maratona, ma di tutt’altro genere e segno. Dalla sua stessa voce ascoltiamo che la sua nuova maratona è diventata sfuggire alle bombe, proteggere la sua vita e quella dei suoi figli. Finché conclude: “Addio Cinema, il mio compito ora è correre con gli altri”.

E noi non aggiungeremo altro, se non che il film collettivo promosso da Rashid Masharawi sarà presto distribuito in Italia grazie a Revolver e all’impegno del produttore Paolo Maria Spina. E in attesa di conoscere anche la data del debutto ufficiale nei cinema del nostro paese, non possiamo che concludere con: non perdete l’occasione di vederlo.

 

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