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Frozen: la recensione di Nerofrank

Frozen: la recensione di Nerofrank

Questo è stato il primo film di questo regista che abbia visto; e devo dire che il risultato non mi è affatto dispiaciuto, non entusiasmato certo ma devo dire che tutte le componenti del film horror, thriller e perchè non anche splatter ci sono tutte. La trama è semplice, quasi banale: tre ragazzi, due maschi e una femmina, la spensieratezza di una domenica trascorsa sulle piste da sci dimenticando tutto il resto. Un piccolo gioco di equivoci e da qui parte la tragedia. La paura di morire assiderati, la disperazione di chi ancora non crede che da un momento all’altro tutto quanto si sia trasformato in un incubo ad occhi aperti.Le urla isteriche. I tentativi di rimanere lucidi elencando le migliori attrici con le quali andare a letto oppure i migliori cereali coi quali fare una prima colazione. L’assurdità di avere un tentativo di salvataggio a portata di mano, il ‘gatto delle nevi’ che arriva fin sotto il loro sedile, ma che sfugge miseramente perchè l’autista del mezzo,in piena tormenta, non si rende conto che ci sono tre sventurati che stanno morendo sopra di lui, a sedere sulla seggiovia, perchè sta facendo manovra. Inevitabile il gesto estremo di uno di loro, che lo porta solo ad avere le gambe spezzate all’altezza del ginocchio dopo un salto pericolosissimo da quella altezza e a finire sbranato dai lupi. Non c’è solo questo però, la disperazione porta a dire cose che non si sarebbero mai pensate, e gli sfoghi dell’amico rimasto vivo alla ragazza del morto sono, in parte, comprensibili, così come quelli di lei verso lui. Il tempo scorre immobile, sotto una luna implacabile alternata ad un sole livido che da refrigerio fino ad un certo punto e la presenza, immancabile a questo punto, dei lupi che attendono pazienti la loro resa. Il tentativo del secondo ragazzo di raggiungere la seggiovia dietro di loro, e da essa il pilone con le scale che lo possono far scendere, è ancora più drammatico, così come la disperata fuga su uno snowboard uso slitta, lui era quello con gli sci e quindi con scarponi dfferenti, dal branco di lupi famelici che lo raggiungeranno poco più a valle. Rimane solo lei, la ragazza, con la faccia,e la mano destra, sfigurata dal gelo, la tuta bagnata di urina e la disperazione che ormai sia tutto finito dipinta in volto. In basso rimane solo la mano del suo fidanzato che spunta dalla neve e uno dei suoi scarponi. Poi tutto cambia rocambolescamente: la seggiovia che si rompe definitivamente,era inevitabile dopo le sollecitazioni ricevute dall’altro ragazzo in versione funambolesca,che la porta a toccare terra senza rompersi niente. Il lento scivolare sulla neve, passando davanti ai lupi che stanno finendo di banchettare con il corpo dell’amico del suo fidanzato e, alla fine, alla salvezza in veste di un automobilista che la vede sul ciglio della strada. Forse, ripeto, un pò troppo rocambolesco ma sicuramente, efficace.

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