Fury, il mestiere più bello del mondo
È la sporca II Guerra Mondiale. Dopo lo sbarco in Normandia, agli Alleati resta solo la Germania da conquistare ma i nazisti non ci pensano proprio a ritirarsi. Chi avesse queste vergognose inclinazioni o non volesse mandare i propri figli a fare il proprio dovere, viene impiccato. Hitler ha dichiarato la guerra totale. Militari o meno, uomini, donne o bambini, sono tutti precettati a imbracciare un fucile e respingere gli invasori. Lo sceneggiatore di Training Day, David Ayer, dirige Fury (2014).
“L’onda sta arrivando e noi siamo lo scoglio che la spezzerà”, sentenzia deciso il tenente Don Collier detto Wardaddy (Brad Pitt) dinnanzi alla nuova minaccia nazista che di lì a poco dovranno affrontare e piegare. Lui comanda un carro armato con a bordo i fidati Gordo (Michael Peña), il religioso Bibbia (Shia LaBoeuf) e il grezzo ma non meno leale Coon-Ass (Jon Bernthal). A questi si è unito l’acerbo ex-dattilografo Norman (Logan Lerman) presto ribattezzato Machine, incapace di uccidere. Wardaddy è uno che sa il fatto suo. È suo dovere svezzare il giovane Norman fino a obbligarlo a sparare a morte. Allo stesso tempo sa essere prodigo di gentilezze. Entrato in una casa di una città appena occupata, si dimostra cordiale verso due donne senza la minima intenzione di violenza. La battaglia però non ha tempo per l’amore, perché come dice Don, “gli ideali sono pacifici, la guerra è violenta”. È tempo di una nuova difficile missione. Raggiungere un incrocio e far fuori corazzati anticarro. Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando una mina spacca uno dei cingolati. A peggiorare le cose, l’arrivo di una colonna nemica.
Brad Pitt è perfetto per il ruolo. Ben amalgamato il resto della truppa, sebbene tutti un po’ scontati ma con lati anche umoristici. Se dopo l’ennesimo scontro Bibbia se ne sta seduto a leggere il Sacro Verbo, i due compari se la spassano a turno con una ragazza del posto, lasciando poi la scena a qualche cenno (Machine) di Romeo & Giulietta. Un finale però che puzza tremendamente di 300, con quella ripresa che via via dal basso si solleva verso l’alto lasciando sotto di sé i tanti caduti che si sono sacrificati per sconfiggere il Serse di turno (Adolf Hitler).
Voto: 2/5
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