Giovani si diventa: la recensione di Mauro Lanari
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Giovani si diventa: la recensione di Mauro Lanari

Giovani si diventa: la recensione di Mauro Lanari

“La vita è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti”: questo pensiero, cantato e, tre settimane dopo, tragicamente vissuto da Lennon, venne ripreso da Baumbach nel 2010 in “Greenberg”, film capace d’esprimere una travolgente fragilità metafisica senz’età né denotazioni geografiche. Assomigliava forse ad Allen? Sì, senza dubbio, al miglior Woody. Poi Baumbach s’è perso e rovinato nella fenomenologia newyorkese e nei conflitti intergenerazionali trattati e risolti com’in una soap opera. Prima i francesistici deliqui di “Frances Ha”, 2012, adesso la frase di Lennon citata in una scemeggiatura degna di Virzì e Muccino in trip intellettualoide: coppia d’over-40, lei sterile, lui impotente nel realizzare un nuovo documentario, si sblocca dalla presunta sindrome di Peter Pan diventando genitori. Psicoanalisi raffazzonata e cialtrona, suscit’emozione e divertimento “spietato, meticoloso”, financo “esilarante” soltanto in chi vi s’identifica ponendosi allo stesso livello d’indecenza.

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