Gli ultimi saranno ultimi: la recensione di Andrea Facchin
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Gli ultimi saranno ultimi: la recensione di Andrea Facchin

Gli ultimi saranno ultimi: la recensione di Andrea Facchin

Una Paola Cortellesi disperata, col trucco sbavato dalle lacrime, punta la pistola contro un carabiniere. Sembra un duello western, con la macchina da presa che inquadra gli occhi dei contendenti. Poi, uno sparo. Già dall’incipit, si capisce quanto Gli ultimi saranno ultimi non sia la solita commedia leggera. I toni sono amari, come quelli tanto cari a Monicelli, e comico e drammatico sono bilanciati con sensibilità ed equilibrio.

La Cortellesi interpreta Luciana Colacci, una donna che dalla vita si accontenta di avere il minimo che le spetta pur di vivere serenamente insieme a suo marito Stefano (Alessandro Gassman) e al figlio in arrivo. Semplicità, sì, ma anche incapacità di reagire di fronte alle ingiustizie, come quando perde il posto di lavoro proprio perché in dolce attesa. Da quel momento, è un’escalation di torti e difficoltà che sfidano i suoi limiti, portandola ad un ultimo gesto disperato.

Il film di Massimiliano Bruno descrive la realtà del precariato puntando i riflettori sulla tutela sul lavoro delle donne in gravidanza (e a contratto a termine). La sua è una regia ruvida che rende vive le emozioni dei protagonisti, in ogni situazione. Le gag non sono mai forzate né sopra le righe, e ben si inseriscono nel mondo cinico e insensibile che circonda la Cortellesi, in sintonia perfetta con il suo personaggio, lasciato sempre più alla deriva sino al punto di non ritorno.

Le delusioni che deve affrontare l’attrice (sentimentali e professionali) trasformerebbero chiunque in un alter ego di Michael Douglas in Un giorno di ordinaria follia: la seconda parte è all’insegna del pessimismo cosmico, che però vira in modo troppo brusco (e anche poco verosimile) verso un senso di speranza finale sì consolatorio, ma non abbastanza per metabolizzare tutta la negatività precedente, che ti investe lasciando il segno.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace:
L’equilibrio tra comico e drammatico con cui viene descritta una realtà difficile e molto attuale.

Non mi piace:
La virata troppo rapida verso l’happy end.

Consigliato a chi:
Cerca una “dramedy” italiana ben recitata e ricca di contenuti.

Voto: 3/5

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