Guardiani della galassia Vol. 2: la recensione di francesjulia
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Guardiani della galassia Vol. 2: la recensione di francesjulia

Guardiani della galassia Vol. 2: la recensione di francesjulia

Tornano i Guardiani della galassia, gli eroi più strampalati della MCU, dopo due anni e mezzo , finalmente scopriamo qualcosa sulle origini del padre di Peter Quill e sulla sua vera natura.
Nel secondo l’azione parte subito con un ritmo irrefrenabile e vede i nostri eroi assoldati per un incarico delicato da parte dei Sovereign e, dopo averli fatti imbestialire per futili motivi, vengono salvati dal misterioso Ego, un pianeta vivente senziente che ha girato in lungo e in largo per l’universo fino a conoscere la futura madre di Peter Quill.
I personaggi vengono approfonditi tramite i dialoghi e finalmente se ne conosce lo spessore introspettivo presentato nel primo capitolo. Paradossalmente, il secondo sembra un inversione del primo capitolo, nel senso, se nel primo li abbiamo conosciuti apparentemente, qui si svela un aspetto di cui non eravamo a conoscenza, tutti loro hanno perso una parte della loro famiglia, e sono consapevoli di cosa sono parte ora, tranne Quill che vuole finalmente conoscere la sua natura. I personaggi fanno tutti la loro parte e si apprezza l’accoppiata Yondu e Rocket e la presenza non troppo invadente, anzi, la si vorrebbe vedere di più di baby Groot, ma distorce il naso il repentino cambiamento del pirata spaziale e padre adottivo di Quill e l’ introduzione della empatica Mantis, stravagante aliena, rappresentazione dell’emarginazione, che è parte integrante della dei guardiani
La presenza eccessiva di CGI a tratti è fastidiosa ed è abbastanza pesante a livello visivo, ma l’incalzante ritmo dell’ ottimo mixtape vol 2 di cui il regista ne ha fatto un ottima e sottolineo ottima scelta, risulta perfettamente amalgamato con l’impatto visivo.
La sceneggiatura è praticamente eccezionale, senza peli sulla lingua e con un linguaggio doppiamente scorretto rispetto al primo capitolo con battute e scene esilaranti che non ci stancano mai e con più spessore anni 80′ e a farne da testimone la presenza scenica di kurt Russell, presenza chiave del film.
E’ un ottimo e degno sequel, migliore per certi frangenti e con più cuore, se notiamo, ma il suo difetto è che ci fa ricordare un po troppo il primo, lasciandoci però un po di nostalgia.

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