VOTO: “E’ come La Corazzata Potemkin” U.F.
Da qualche anno è diventato di moda tra la cricca dei registi mostrare piccoli filmati “bonus” dopo i titoli di coda del film appena visto. Questo spesso si verifica nei blockbuster o nelle saghe con un folto seguito di fan, per dare l’opportunità di far uscire il nerd che è in loro dicendo a tutti all’uscita del cinema “oh, hai aspettato le 15 ore di titoli di coda per vedere il supereore che si scaccola mentre mangia un panino?No?? ahah io si, chi è lo sfigato adesso?”. In tutta onestà, anche io apprezzo come gli altri questo piccolo “contenuto speciale” modello home video, ma, anche se nessuno mi obbliga a star li, non posso fare a meno di notare quanto siano lunghi questi titoli di coda. Mi allontanano dalla noia solo i nomi di coloro che hanno lavorato al film (che diavolo di nome è Wang Chu Palombo?!).
Alla fine del film puoi comunque scegliere di andartene, ma all’inizio no. Aspettando l’ennesima fiaba rivista in chiave dark, mi sono reso conto che, vuoi per la crisi, vuoi per giovani produttori pieni di soldi che investono nel cinema per vedere il proprio nome in un logo (meno male), compaiono 6 ore di loghi raffiguranti case di produzione mai sentite. Non so perché, ma ero rimasto all’idea che ci fosse una sola production rappresentante per il film, tipo Paramount o Universal, tant’è che quando ho visto il logo colorato di “Mtv Films” ho pensato di aver sbagliato sala e stavo per scappare (non avrei potuto sopportare un documentario sui One Direction). A quanto pare, l’unione fa la forza e non importa che coproducano la “Pincopallino production” o la “Stikhutzi films”, basta che il cinema continui a vivere (poi vorrei la pace nel mondo e mi auguro che vinca la migliore).
Niente concerto di teenager con l’apparecchio per fortuna, ma non sono sicuro che mi sia andata meglio. Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe è una rivisitazione action della più famosa fiaba tedesca sull’iperglicemia. Tommy Wirkola, regista norvegese che ricorderemo solo per il nome da interpunzione, ha provato ad immaginare cosa sarebbe successo ad Hansel e Gretel dopo essere stati ingozzati come delle oche da fois grois e aver ucciso la strega cattiva. Il risultato è un deciso “ci hanno preso gusto”! I due fratellini (Jeremy Renner – The Bourne Legacy, Gemma Arterton – Prince of Persia: Le sabbie del tempo) fuggiti dalla casa di dolciumi sono cresciuti e sono diventati dei cacciatori di streghe modello Van Helsing, pronti ad affrontare la strega più cattiva di tutte, Muriel (Famke Janssen – X-Men trilogy), quella con un piano (sarebbe interessante cercare in quanti film avviene l’allineamento dei pianeti).
L’idea che la fiaba dei fratelli Grimm fosse stravolta in questo modo era una follia (un po’ come il Lincoln ammazzavampiri), ma in buone mani avrebbe potuto anche funzionare, peccato che Tommy Wirkola e i suoi collaboratori non si siano rivelati gli uomini giusti.
Nonostante un cast molto interessante (L’idea che Occhio di Falco e Tamina facciano il culo a Jean Grey piace a tutti) tra cui spicca anche Peter Stormare (Fargo, Prison Break) nei panni dello sceriffo Berringer, il film gode dell’affluenza alle sale solo per il massimo momento di fama che sta vivendo Jeremy Renner, perché per il resto, non è un granché.
Il modo in cui sono stati pensati i personaggi di Hansel e Gretel fa un po’ ridere, li fanno esprimere con frasi fatte e freddure (da quanto tempo che non sentivo “ha aaaaah finalmente ci incontriamo”) che, nonostante l’intenzione seria alla Massimo Decimo Meridio Gladiatore, risultano più adatte ad un Jimmy Bobo Sylvester Stallone creando un po’ l’effetto parodistico su stile Scary Movie (più volte mi aspettavo che dalla folla sbucasse Aldo Baglio dicendo “miiiiiiiinghia sono arrivati Hansel e Greeeeetel”).
Anche il divertimento dato dai protagonisti , intenti a sterminare streghe morse dalla rabbia con la sindrome da premestruo costante, svanisce quasi subito in una trama che si ferma all’idea iniziale. Streghe conciate alla moda del 6 gennaio (Famke Janssen riesce ad essere gnocca anche con il trucco da befana), un po’ di splatter inserito qua e là, un paio di tette e qualche trolls non bastano a rendere la pellicola interessante, e poi Gemma Arterton, sarà pure molto carina con i leggins di pelle modello bondage, ma ha la faccia di una che si riempie di lividi solo a guardare la boxe in tv (c è un motivo se per quei ruoli chiamano sempre Michelle Rodriguez o Gina Carano).
Dulcis in fundo c’è l’ennesimo 3d inutile, questa volta si manifesta con qualche scheggia/arma lanciata fuori dallo schermo, che poteva anche andare bene quando è uscito al cinema S. Valentino Rosso Sangue 3D o a Disneyland, ma ora è solo un rubasoldi.
Hansel e Gretel nella fiaba dei fratelli Grimm bruciano la strega cattiva, rubano le sue ricchezze e tornano a casa dal padre risolvendo i loro problemi economici. Un finale che, con il senno di poi, va bene così.
COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)
-I trolls sono un incrocio tra Lou Ferrigno e i Sassafrani de La Storia Infinita
-Hansel non sa che “rosse di capelli…”
-La “maledizione della fame delle cose che strisciano” è intraducibile diversamente dall’inglese, dev’essere cosi per forza
-Sono perspicaci i mercenari dei villaggi… si si, credici che una figa passeggi nel pieno della notte in un bosco
-Le rane tropicali velenose “Dendrobates”, non esistono nei boschi! Oh io guardo Animal Planet
-Solo Russell Crowe può pronunciare QUELLA frase, e se non abbiamo lui al “Massimo” va bene anche Luca Ward
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