Harry Potter e i doni della morte - Parte 2: la recensione di luca
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Harry Potter e i doni della morte – Parte 2: la recensione di luca

Harry Potter e i doni della morte – Parte 2: la recensione di luca

E così si è conclusa l’era Harry Potter, l’era della mia generazione. Pensare a quando vidi il primo libro e dissi a mia madre “beeeello, me lo compri?!” e a ieri, quando eccitato (lo ammetto) mi sono seduto in sala pensando “Tutto finisce, però è un bene, dato che le cose che finiscono sono quelle che si godono di più” bhe, è in qualche modo emozionante. Il film è il più bello della saga, non c’è che dire. Rispecchia pienamente il libro e in ogni caso, pur essendoci due o tre cosette aggiunte o modificate non importa,dato che la pellicola nel complesso soddisfa e riesce persino in più di una scena a farti commuovere. Veramente da applausi Alan Rickman che nella scena dei suoi ricordi è riuscito a far emergere nel miglior modo possibile (e unico, dato che Piton credo che solo lui avesse potuto interpretarlo per profondità e caratteristiche fisiche pressochè identiche)la vera natura del corvino professore: uomo innamorato e ferito, totalmente fedele a Silente e con uno spirito di sacrificio ed abnegazione che soltanto chi perpetua il proprio dolore e il proprio odio è capace di avere. Perciò mi inchino alla bravura sia della Rowling, capace di creare un personaggio così profondo, sia di Rickman, capace di renderlo reale e strappare qualche lacrima. Naturalmente anche a Yates che ha diretto il film questa volta magistralmente. Il film è ricco di tutto: scene d’azione, baci romantici strappa applausi, ironia, sarcasmo e bellissime ambientazioni che complessivamente danno vita ad uno spettacolo con un ritmo da cardiopalma e una bellezza dark e magica capace di incollarti alla poltrona. Ralph Finnes molto bravo nel dare vita nei precedenti film al personaggio del signore oscuro e qui invece nel rendere tangibile il tormento interiore dello stesso, incapace di accettare da sempre la morte e timoroso del fatto di doverla affrontare a breve (realmente questa volta). Sorpresa nel vedere come il timido e bravo Paciock interpretato da Matthew Lewis qui rispecchi molto il cambiamento del personaggio descritto nel libro (Molto bella la scena stile epico e glorioso in cui Neville taglia la testa a Nagini, che vince su quella dell’ultimo incantsimo lanciato da Voldemort prima di morire). Pur avendo già assaggiato la fotografia usata da Yates nei precedenti capitoli della saga da lui diretti, qui mi è piaciuta particolarmente, soprattuto nella scena della Gringott e nella distruzione del castello di Hogwarts. Per quanto riguarda i tre piccoli grandi maghi protagonisti bhe, bravi. Sono maturati sul set cinematografico di Harry Potter e vederli alla conclusione in pratica di ciò che li ha portati alla ribalta è triste, dato che credo che abbiano dato anima e corpo per le loro interpretazioni (molto riuscite tra parentesi)e abbiano creato un qualche tipo di nucleo familiare che adesso deve purtroppo sciogliersi. Piccoli maghi crescono no? e io invece ringrazio di tutto cuore tutti i registi e le persone che hanno lavorato dietro ad Harry Potter, dato che crescere prima con i libri e poi con i film è stato un piacere, un divertimento ma sopratutto un’emozione. Grazie.

Luca91

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