Her: la recensione di ACINIdiCINEMA
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Her: la recensione di ACINIdiCINEMA

Her: la recensione di ACINIdiCINEMA

VOTO: Quasi quasi me lo faccio anche io un OS1
Vi siete mai chiesti perché nel mondo del cinema i computer “intelligenti” (o con un processore più potente della media) debbano per forza evolversi fino a diventare “cattivi”? Non sempre a dire il vero. A volte diventano un bicentenario Robbie Williams, a volte il Grillo Parlante Clementoni, ma pare che la tendenza sia una: le macchine vogliono sterminare la mano umana che le ha create, razza di ingrate! E se per una volta le A.I. non creassero Matrix o Terminator o non rilasciassero un Virus T? Semplice, diventano una voce da chat-line, ma Her è molto più di un Siri sexy ed erotico.

Theodore (Joaquin Phoenix – Il Gladiatore, The Master) fa il lavoro più fico dell’universo, scrive lettere per altri, anzi le detta grazie al mondo tecnologico e vagamente sci-fi in cui vive (se la mia ragazza sgamasse che non ho scritto io la lettera sarebbe meno fico). Theodore non riesce a rifarsi una vita dopo la fine della relazione con l’ex moglie Catherine (Rooney Mara – quella con la faccia da stronza), ma dopo mesi di pippe e videogames, esce sul mercato IL sistema operativo che gli cambierà la vita. OS1 è un intelligenza artificiale capace di apprendere ed interagire a livelli mai visti, ma soprattutto la voce meccanica del Tom Tom è stata sostituita da quella di Samantha (Scarlett Johannson – Match Point, The Avengers). Tra i due si creerà una relazione nuova e complessa.

Fin dalle prime immagini, Her non poteva esser altro che la proiezione mentale del bambinone Spike Jonze. Il regista, dopo l’eccentrico Nel Paese delle Creature Selvagge, torna ad attingere dalla bolla creativa racchiusa nella sua testa per immaginare un futuro prossimo e realistico. I colori pastello e la forte luminosità della fotografia illuminano una città moderna e tecnologica (un mix di LA e Shangai) dove la virtualità è allo stadio appena successivo a quello del presente. Il controllo vocale sostituisce i tasti, le connessioni wifi hanno estinto i cavi ed i videogames non hanno più bisogno di joystick (noi ci arriveremo quando inventeranno delle batterie che funzionino..vero Apple?). Oltre ad un rapporto sentimentale esasperato tra uomo e tecnologia (non si allontana poi tanto da quello attuale), Her è una pellicola dove i dialoghi sono protagonisti e se non sono svenuto dopo 2 ore di parole può significare solamente “missione compiuta”.

Un giusto compromesso tra melò e commedia ha reso Her uno dei film più interessanti presentati al Roma Film Fest (sempre se non vogliamo fare caso al terribile vestito Dolce & Gabbana e alle orrende Jimmy Choo che la Johansson ha sfoggiato sul red carpet). L’auricolare con la voce graffiante di Scarlett sostituisce quello che in principio è stato il CB, poi la chat ed ora i social network. E’ obbligatoria la riflessione su quanto le persone ormai siano social addicted e sempre più distanti dal vivere una vita “reale”, ma più che una morale, immagino che Jonze volesse proiettare sullo schermo la sua mente da sognatore.

Ho anche scoperto in conferenza stampa che Spike è un simpatico cazzone, uno che preferirebbe domande come “qual è il trick più difficile che hai chiuso in skateboard” piuttosto che sorbirsi i panegirici dei cineamatori frustrati (solo uno che ha masticato Adidas, Daft Punk e Jackass poteva non incazzarsi nell’essere chiamato Spike Lee dall’intervistatore). Cercare un’intelligenza artificiale come compagna di vita? Ci aveva già provato un Renato Pozzetto fuori forma con Un Amore Su Misura, presentato anche a Roma nel 2006 (CINEMA – Festa internazionale di Roma), ma Spike Jonze #lostafacendomeglio.

COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)

-Samantha suona bene

-Il mio prossimo nickname sarà “Supercarrozzato87”

-Scarlett ha la voce da porca

-Un gatto può essere usato per giochi sessuali

-Meglio un Siri amico piuttosto che un Siri zoccola

-O famo strano, il triangolo.

-Ma quelli che ricevono le lettere sono al corrente che le ha scritte un altro?

Her Recensione

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