Her: la recensione di luca ceccotti
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Her: la recensione di luca ceccotti

Her: la recensione di luca ceccotti

Lei.
Lei che al mattino mi sveglia con voce suadente, rendendo ogni giorno sempre migliore.
Lei.
Lei che mi comprende e vuole apprendere tutto di me.
Lei che mi aiuta, che accresce le mie conoscenze e che mi ama.
Lei.
Lei che sa essere il più speciale degli essere umani senza bisogno di esserlo, umana.
Lei, che è un sistema operativo.
Lei.

Dopo un’assenza durata quattro anni, Spike Jonze torna a calcare le scene con la sua nuova fatica, Her, pellicola presentata in anteprima nazionale al Festival del Cinema di Roma, con largo plauso di pubblico e critica.
Her è a tutti gli effetti il film della maturità di Jonze, e senza dubbio uno dei suoi migliori lavori assieme al tenero “Nel Paese delle Creature Selvagge” del 2009.
La storia si svolge in una Los Angeles di un futuro che sembra ormai prossimo, dove le città appare come una fusione di panorami orientali e occidentali, e dove un avanzamento tecnologico molto realistico si sofferma prepotentemente sul principio di inter-connesione, nella sua più ampia accezione. In questo contesto sociale vive Theodore, che di mestiere scrive lettere d’amore, ma non per la sua lei, no. Per altre lei, quelle di altri uomini, che vogliono far sentire coccolate e amate le proprie donne, ma senza troppa fatica da parte loro. Meglio delegare. E Theodore è un maestro in quel che fa, forse perché lui l’amore l’ha conosciuto da vicino, l’ha guardato negli occhi, e l’ha visto crescere per poi pian pian consumarsi. E ora, nel bel mezzo di un divorzio da ormai un anno, vive una vita senza colpi di scena, completamente immerso nel duraturo amore altrui e incapace di lasciar sfumare il proprio. Almeno fino all’arrivo di Samantha, un sistema operativo capace di ragionare ed evolvere come un essere umano.

Spike Jonze dirige il film in modo impeccabile, con trovate intelligenti, eleganti e sempre cariche di quella poesia e di quella bontà che da sempre permeano le sue opere. Di Her, poi, ne è anche autore, riuscendo nel difficile compito di equilibrare perfettamente i toni, attraverso una scrittura brillante e divertente, ma anche pregna di una malinconia che dona al film drammaticità e contenuto.
Her è una pellicola molto sottile e attenta nel trattare temi moderni (come il sempre più sconvolgente distacco tra le persone nella vita reale), seppur trattandoli sempre attraverso il rapporto centrale tra Theodore e Samantha, interpretati magnificamente da Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson, entrambi splendidi nei loro ruoli. Per Phoenix è forse la prima parte “simpatica” della carriera. Il suo è un personaggio con il quale si crea una forte empatia, comprendendolo e amandolo incondizionatamente. L’attore si cala alla perfezione nei panni del buon Theodore, riuscendo anche a donargli varie sfumature da scoprire attentamente. A prima vista emotivamente asettico e strambo, il protagonista è invece una persona di una bontà immensa, molto amato dai suoi amici, affascinante per le donne e molto intelligente. Si potrebbe definire completo, sia nei pregi che nei difetti, come se Jonze, scrivendo il personaggio, volesse descrivere più lo stato dell’animo umano dei giorni nostri che un’anima sola in particolare.

L’evoluzione di Theodore, poi, è rimessa nelle mani, o meglio nei circuiti di Samantha, doppiata dalla sorprendente Scarlett Johansson. Doppiata, ma in realtà, a tutti gli effetti, pienamente interpretata. La sua performance lascia senza fiato, tanto sensuale nella parlata quanto reale come “persona”. È difficile spiegare cosa la Johansson abbia saputo regalare con questo personaggio, perché senza aver visionato il film risulterà essere solo un semplice doppiaggio, ma la sostanza è più complessa da descrivere. È semplicemente straordinario il modo in cui ha saputo far apparire vivo e umano un qualcosa di artificiale, essenzialmente concreto nella presenza ma oggettivamente astratto nel corpo. Un’interpretazione unica per un film di un’immensa bellezza che sa strappare le risate più sentite e le lacrime più commosse, tra divertimento, riflessione e immersi in tanto, tantissimo amore. Per lei.

Si, per lei.

Voto: 9

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