Nel 1960 il maestro del brivido Alfred Hitchcock (Anthony Hopkins), dopo ‘Intrigo Internazionale’, è alla ricerca di un soggetto diverso (nuovo) e si appassiona al romanzo di Robert Bloch che trae ispirazione dalla vicenda del pluriomicida del Wisconsin, Ed Gein.
La Paramount, con cui Hitch (questo il suo soprannome) è sotto contratto, non ne vuole sapere di produrre ‘Psyco’, giudicandolo troppo orrorifico e poco appetibile alle platee di quel tempo.
Il regista, tuttavia, ne è convinto al tal punto da auto-prodursi il film, girando negli studi Universal con la troupe della sua serie televisiva per abbattere i costi.
A sostenerlo in questo azzardo, come in ogni altro momento della sua carriera, è la moglie Alma Reville (Helen Mirren), sceneggiatrice di talento, responsabile della revisione di tutti i copioni e sua paziente spalla.
Il film di Sacha Gervasi è ispirato al libro di Stephan Rebello: “Come Hitchcock ha realizzato Psyco”.
Si tratta di un finto biopic (film che tratta la biografia di una personalità di rilievo) che piuttosto romanza la produzione di ‘Psyco’. Tuttavia il film non tratta essenzialmente neanche di questo, prendendo spunto dalla realizzazione del capolavoro del maestro della suspense per affrontarne: carattere, ossessioni ( incubi dati dalle medesime idee che partoriva e una vera ossessione per la bionda perfetta che ricercava costantemente tra le proprie attrici ) e zone nere dell’anima di uno dei registi, e delle personalità, più affascinanti di sempre.
Il film convince nonostante sia stato tagliato in modo tale da imboccare un pubblico medio e sempliciotto. Struttura lineare, un po’ troppo scolastica e infantile nel proprio sviluppo.
La pellicola dura la canonica ora e mezza e la regia risulta pulita ma troppo timorosa e santarellina.
Nessun colpo di scena escluso quello durante un ‘colloquio’ tra Hitch e la sua visione (l’assassino Ed Gein) del quale, tuttavia, è consigliabile non svelare di più per non rovinare la sorpresa.
‘Hitchcock’ è un film gustoso che, anche per l’argomento trattato, invita a farsi vedere e alla lunga intenerisce e imbonisce lo spettatore.
Il cast regala (nessuno escluso) una prova di mirabile recitazione. Dal già citato Anthony Hopkins alla splendida Helen Mirren, senza dimenticare: Scarlett Johansson e Jessica Biel.
Un cast splendido e ben amalgamato che regala un ottimo risultato d’insieme.
Da applausi il (mini) monologo nel quale la Biel spiega a Hitch che la bionda dei suoi sogni, la donna che tanto intensamente sta cercando, non esiste.
La colonna sonora non è memorabile e il doppiaggio di Anthony Hopkins al quale, per l’occasione, è stata cambiata la voce dal canonico Dario Penna al più famoso Gigi Proietti è clamorosamente sbagliato. ***Niente da dire sulle doti recitative di Proietti che anche come doppiatore ha regalato grandi interpretazioni (una su tutte: il genio in ‘Aladdin’) ma che, tuttavia, in questo caso, è del tutto inadeguato alla mimica facciale e alla fisicità del personaggio.
In conclusione ‘Hitchcock’ è un film da vedere, un gioiellino a cui la mediocrità di produttori e pubblico (la paura di non incassare, detto in soldoni) ha gambizzato velleità artistiche di maggior rilievo.
Nonostante tutto ciò, la storia: coinvolge, stupisce, ammira e in parte tocca il cuore ma soprattutto rende sbalorditi dinnanzi alla grandezza di questo duo (Hitch e la moglie) senza tempo e senza eguali.
Bene ma non benissimo. Peccato.
Voto: 7 +
Note di produzione:
– Genere: biopic
– Durata: 98 minuti
***Ps: è usanza recente che per i titoli di maggior rilievo (ed esborso) le Major richiedano che i protagonisti vengano doppiati da attori di primo piano. Era già successo,tanto per fare un esempio, con Daniel Day Lewis solitamente doppiato da Francesco Pannofino (la voce di G.Clooney e D.Washington) che per ‘Lincoln’ è stato invece doppiato da Pier Francesco Favino.
Fine
JL