“Psyco”, “Dark Water” (Nakata, 2002; remake di Salles, 2005), “Changeling” (Eastwood, 2008), “Enemy” (Villeneuve, 2013), “Babadook” (Kent, 2014), “Madre!” (Aronofsky, 2017), “Stranger Things” con Winona Ryder alla caccia del figlio Will Byers? Più che altro, “Tully” (Reitman, 2018) in salsa horror: una depressione (l'”hole”) abissale fin’al disturbo dissociativo d’identità, ergo poca logica, pochissimo budget, zero originalità. Per la gioia degl’esordienti coccolati dal Sundance.
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