Hunger Games: La ragazza di fuoco: la recensione di ACINIdiCINEMA
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Hunger Games: La ragazza di fuoco: la recensione di ACINIdiCINEMA

Hunger Games: La ragazza di fuoco: la recensione di ACINIdiCINEMA

VOTO: Il lupo perde il pelo ma non il vizio
E’ arrivata all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma l’anteprima fuori concorso più attesa dell’edizione 2013: Hunger Games – La Ragazza di Fuoco. E’ stato l’unico vero blockbuster presente al Festival e lo si capiva da una folla mai vista nei giorni precedenti: orde di ragazzine urlanti come se regalassero patenti, manifestanti accampati con le tende sul red carpet e celebrities con tacchi alti e gonne giropassera. La cornice ideale per il ritorno nell’arena della faccia da “salumara de Frascate” più apprezzata al mondo: Jennifer Lawrence (Il Lato Positivo) alias Katniss Everdeen.

La Ragazza di Fuoco riprende nell’esatto punto in cui c’eravamo lasciati con il capitolo precedente. Katniss, sempre più simpatica e trattabile quanto una donna cui si sbecca lo smalto, è ritornata al suo caro e amato Distretto 12, in attesa di iniziare il tour della vittoria che la porterà, assieme a Peeta (Josh Hutcherson – I Ragazzi Stanno Bene), a visitare tutti gli altri 11 distretti. Dopo l’esito dei 74esimi Hunger Games, il Presidente Snow (Donald Sutherland – The Italian Job, M.A.S.H.) non aspetta altro che reprimere lo spirito ribelle di Katniss prima che contagi tutta la popolazione, e l’occasione non tarda ad arrivare. Galeotto fu quel limone rubato, e filmato, tra la caciottara e il cornificato in mondovisione Gale (Liam Hemsworth – I Mercenari 2) che permette a Snow di tenerla in pugno. Tuttavia la sfrontatezza di Katniss non la tiene lontana dall’infondere speranza nella gente di Panem, cosi il Presidente, seguendo le indicazioni del nuovo stratega Plutarch Heavensbee (Philip Seymour Hoffman – L’Arte di Vincere), decide di organizzare un’edizione della memoria per i 75esimi Hunger Games, pescando i concorrenti tra i vincitori delle edizioni precedenti ancora in vita. Indovinate chi sono i fortunelli a rientrare nell’arena?

Gary Ross lascia la sedia da regista all’austriaco Francis Lawrence (Constantine, Io Sono Leggenda) per quella che potremmo considerare la “Fase 2” di Hunger Games. La Ragazza di Fuoco è il secondo film di quella che diventerà una quadrilogia e difficilmente piacerà a chi non ha visto il primo episodio. Senza conoscere i personaggi attorno a quali girano le vicende, sembra la storia di una ragazza baciata dalla sfiga che nel frattempo adotta la filosofia de “il triangolo si, l’aveva considerato”.

Hunger Games La Ragazza di Fuoco è diviso in due blocchi ben distinti: il primo, quello più “tranquillo” del tour celebrativo in cui viene approfondita la conoscenza dei personaggi, ed il secondo, con l’azione del gioco al massacro e Katniss che si trasforma da “ce l’ho solo io” a “fate bene fratelli”. Tutto il mondo degli Hunger Games ritorna senza cambiare una virgola, attori compresi. Ci sono i grotteschi vestiti colorati alla Billy More di Capitol City, indossati egregiamente da Stanley Tucci (Il Diavolo Veste Prada), Elizabeth Banks (The Next Three Days) e Lenny Kravitz, sempre più stilista e meno cantante. Ci sono gli occhioni azzurri di Liam Hemsworth che questa volta sembra avviarsi verso un ruolo più importante nella storia, c’è il triangolo amoroso, ultimamente elemento portante delle saghe teen (vedi Twilight e The Host), e c’è Woody Harrelson, attore che riesce ad essere convincente sia in ruoli come questo da cazzaro alcolista, sia nei panni del super cattivo come in Out of the Furnace (Scott Cooper, presentato a Roma).

La Ragazza di Fuoco non ha niente che non va, ma si può dire che non toglie nulla e non aggiunge nulla rispetto al primo capitolo della saga. Francis Lawrence ha fatto il compitino e non si può dire che l’abbia fatto male, il film non annoia e arriva in scioltezza fino alla fine nonostante le 2h e 26’. Quando ho sentito che sarebbe tornata l’arena degli HG ho pensato “Aridaje”, invece l’idea di inventare un gioco cosi terribile ed angosciante è talmente vincente da catalizzare l’attenzione anche se lo ripetessero cento volte, utilizzando le infinite possibilità scenografiche della cupola modello Truman Show. Il “racconto per ragazzi” si fa sentire solo un po’ troppo quando vengono presentati i concorrenti della 75esima edizione, un tantino stereotipati. Hanno messo il narcisista, la babbiona, il genio e soprattutto la sboccata…cioè fatemi capire, in una situazione del genere, c’è solo una persona che pronuncia “caste” parolacce? Io come minimo mi sarei fatto buttare fuori per bestemmie come al GF.

COSA HO IMPARATO (ATTENZIONE SPOILER)

-I babbuini sono degli animali di merda e credo che i mandrilli appartengano alla stessa famiglia

-Si può creare un abito fatto interamente di farfalle

-I cavi di rame sono lunghi centinaia di metri, o almeno cosi dev’essere

-Si può estrarre l’acqua dal tronco di un albero

-Katniss con una giravolta si trasforma da colombaccio a ghiandaia

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