La ragazza di fuoco è tornata. Katniss Everdeen e Peeta Mellark, tributi del distretto 12 di Panem, sono entrambi inaspettatamente usciti vivi e vincitori dai 74˚ Hunger Games. La scelta di morire assieme piuttosto che uccidersi l’un l’altro spiazza persino i vertici di Capitol City. Durante il Tour della Vittoria con cui Katniss e Peeta sono portati in trionfo attraverso Panem con lo scopo principale di concentrare l’attenzione di tutto il paese sul loro amore fittizio, i due ragazzi cominciano a rendersi conto delle reali conseguenze che il loro gesto ha avuto. Interpretata come atto di ribellione e come faro di speranza, la loro scelta coraggiosa comincia ben presto a svegliare gli animi assoggettati del popolo di Panem. Il presidente Snow si ritrova quindi a dover fronteggiare sempre più spesso focolai di rivolta nei vari distretti e per fare ciò organizza, con l’aiuto del nuovo stratega Plutarch (la new entry Philip Seymour Hoffman), una nuova edizione degli Hunger Games, edizione della memoria in cui i partecipanti sono estratti tra i vincitori ancora in vita dei passati giochi. Katniss e Peeta si ritrovano quindi a dover combattere nell’arena una seconda volta per salvare non solo le proprie vite e il proprio amore (amore reale o davvero soltanto passione a favor di telecamere?), ma la speranza stessa di tutta Panem.
Jennifer Lawrence e Josh Hutcherson (ancora più convincente in questo secondo capitolo) tornano a vestire i panni dei protagonisti della saga distopica creata da Suzanne Collins, affiancati da volti già conosciuti (Liam Hemsworth, Donald Sutherland, Woody Harrelson) e da nuovi personaggi fra cui il già citato Plutarch e il tributo e alleato Finnick Odair (interpretato da Sam Claflin). Il testimone della regia è passato a Francis Lawrence, che è stato capace di creare un ottimo film (e eliminare quell’abuso disorientante e un po’ fastidioso della telecamera a mano) capace di tenere il pubblico col fiato sospeso per oltre due ore e soddisfare sia i fan più puristi della saga letteraria sia i neofiti che hanno cominciato ad amarla al cinema.
Piace Hunger Games, piace molto. E gli incassi sia italiani che americani lo confermano. Merito di un cast coi fiocchi, di una storia valida che sotto sotto rispecchia la realtà, e di molto altro. Merito di quelle piccole cose, quei piccoli messaggi e significati che ognuno di noi coglie all’interno e fa propri.
Hunger Games: la ragazza di fuoco è un ottimo blockbuster di grande qualità. Voto 4/5.