Hungry Hearts: la recensione di polebest11
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Hungry Hearts: la recensione di polebest11

Hungry Hearts: la recensione di polebest11

Pronti, via. E’ da poco cominciato il nuovo anno e già dopo i vari cinepanettoni che più che ridere ci fano disperare e domandarci dove il buon cinema italiano sia finito, che subito viene fuori una pellicola veramente di livello che speriamo possa togliersi in futuro più soddisfazioni possibili.
E’ Saverio Costanzo, aiutato dalle ottime interpretazioni di Adam Driver e Alba Rohrwacher a regalarci l’ultima perla del cinema di casa nostra con “Hungy Hearts”.

La storia è quella di Jude e Mina, ingegnere lui, ambasciatrice lei, che si incontrano casualmente in un bagno di un ristorante cinse e dopo essere rimasti “intrappolati” causa porte bloccate cominciano la loro conoscenza che da li a poco porta i due prima al matrimonio e poi al concepimento di un figlio, un po’ inaspettato ma comunque accolto come un dono da difendere per entrambi : un “bambino indaco” così come una veggente preannuncia a Mina poco prima del parto. La voglia di lei però di mantenere al sicuro e protetto il piccolo le sfugge leggermente di mano : corde legate attorno agli spigoli dei termosifoni, angoli dei mobili protetti, pareti schermate dalle onde dei cellulari. Non sarà un po’ troppo mamma?! Ma che………. una volta nato il bambino Mina lo cura e lo cresce secondo i suoi dettami : via la carne, la pasta e tutte quelle schifezze che possono far star male la povera creatura, e fanculo i dottori.
Si mangia olio di semi, verdure, frutta. Non serve altro, tanto c’è mamma.
Si perchè papà Jude rimane inizialmente spiazzato di fornte al comportamento ossessivo possessivo di sua moglie, che sembra voler proteggere il loro figlio da tutto, anche dalla luce del Sole.

Le diete alternative, il veganesimo/vegetarianesimo, le cure alternative, sono un fenomeno che negli ultimi anni si sta espandendo a macchia d’olio nella popolazione mondiale e pare non volersi fermare. Ed in questo film Costanzo ci getta all’interno di una famiglia in cui una madre è ossessionata così tanto nel proteggere suo figlio che quasi finisce per diventare il maggior pericolo alla futura crescita ed al suo sviluppo, nonchè a quella del suo matrimonio.
Jude, splendidamente interpretato da Adam Driver, è un padre combattuto tra l’amore per sua moglie e la sua famiglia e la preoccupazione di veder suo figlio “non crescere” di fronte al comportamento di Mina.

Costanzo tira fuori un film che è un dramma familiare a forti tinte thriller utilizzando la mania del momento : l’uomo in un mondo inquinato e sporco vuole disintossicarsi e proteggersi da tutto ciò e si ritrova in un habitat tutto suo, dandosi regole proprie, alimentari e d’igiene. Nel film tutto questo è dato sia dalla splendida interpretaizone di Alba Rohrwacher ( meritatamente Coppa Volpi a Venezia ) che da molte scelte di sceneggiatura e simboli all’interno della pellicola : la camera segue sempre da vicino gli attori, in maniera quasi asfissiante, gli spazi chiusi predominano e tolgono anche il fiato per il poco spazio a disposizione.
La piccola serra che Mina costruisce per nutrire suo figlio dei frutti della terra va a chiudere l’unico spazio aperto della loro piccola casa, quasi ad essere più una protezione dall’esterno che una naturale fonte di cibo.
La loro casa è angustia, triste, con colori poco vivi, sembra quasi sporca, nonostante le mille precauzioni di Mina, che non vuole un solo microbo vicino a suo figlio. Quel figlio che sia lui che suo marito amano alla follia, ma che non ha un nome, perchè non è su di lui che sta il focus del film, ma su sua madre, nonostante sia lui il primo a pagarne le conseguenze. Il finale del film colpisce, non è scontato, ed anche se forse non è il migliore che la storia poteva avere ha comunque un suo senso logico.
Il fenomeno delle diete alternative è un tema molto molto delicato, attuale e verso cui è difficile prendere una giusta e netta posizione, ed anche Costanzo sembra voler rimanere nel mezzo.
Il tono finale thriller dato alla pellicola forse poteva anche essere evitato, rendendo il film più bello di quello che comunque è.
I due attori hanno entrambi vinto la Coppa volpi a Venezia ed il film tratto dal romanzo “Il bambini indaco” di Marco Franzoso si pone subito in alto nella classifica dei migliori film di questo inizio 2015. Un male di vivere visto dal lato alimentare, un amore distorto (come le inquadrature del film), un modo forse malato di proteggere i prorpri figli. Il mondo attuale, questo è “Hungry Hearts”, oltre che un gran film.

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